Cronache

Sisma, lo scandalo delle casette. Consegnate coi bagni smontati

A Sarnano (Macerata) dovevano essere consegnate le casette per terremotati. Ma non erano state concluse. Il sindaco: chi le ha certificate?

Sisma, lo scandalo delle casette. Consegnate coi bagni smontati

Il sindaco apre la porta delle casette per terremotati. La luce del soggiorno non funziona, quella del bagno lampeggia ad intermittenza come se fosse una discoteca, la camera da letto è completamente al buio e non è possibile accendere neppure la caldaia. In terra la sporcizia la fa da padrone, le aiuole esterne gorgeggiano terra senza né piante né fiori. Sui portici i segni del cantiere appena concluso non sono stati portati via.

La consegna dei moduli abitativi Sae dovrebbe essere un momento di gioia, la fine - almeno parziale - delle sofferenze per le ferite inferte dal sisma di oltre un anno fa. Ma per i cittadini di Sarnano, piccolo comune nel cuore dei Monti Sibillini, la soddisfazione si è trasformata in farsa. E dopo due inverni passati al freddo, il sindaco Franco Ceregioli si è trovato costretto a rinviare di qualche giorno la consegna delle casette (programmata per il 27) perché in condizioni "non idonee" ad ospitare chi convive con il dolore del terremoto.

"Questi sono i verbali del 22 dicembre scorso con cui sono state consegnate le chiavi dei moduli Sae dell'area di San Cassiano sul presupposto che tutte le abitazioni fossero ultimate sia negli interni che sugli esterni - ha detto il primo cittadino in un video pubblicato online - In realtà così non è e lo abbiamo constatato". Le immagini in effetti fanno impressione (guarda il video). In una casetta il pavimento del bagno è giallo di sporcizia, i cavi elettrici sono tutti volanti e il mobiletto sopra il lavandino non è stato ancora montato. I vialetti esterni sono da ultimare, cumuli di terra emergono quà e là, l'asfaltatura risulta rovinata e ci sono pezzi di catrame sulle aiuole. E pensare che in teoria i lavori (da verbale) sarebbero stati conclusi una settimana fa. "Lascio ad ognuno giudicare se sia possibile considerarli terminati", ha scritto su Facebook il primo cittadino pubblicando gli scatti del sopralluogo (guarda le foto). "In alcune abitazioni non c'è l'energia elettrica - spiega Ceregioli - In altre latita una parte molto consistente degli arredi, quelli che ci sono non sono neppure stati montati e mancano gli accessori previsti nel capitolato".

Resta da capire chi ha firmato il verbale di consegna in queste condizioni. Il sindaco ha già inviato una richiesta a Protezione Civile e Erap per ottenere tutti i documenti su collaudi e certificazioni. "Chiederò di fare chiarezza visto che qualcuno ha attestato che i lavori fossero ultimati. Visto che ultimati non sono, penso che ci siano delle responsabilità da accertare su una situazione che ritengo molto grave soprattutto perché sono situazioni che ricadono pesantemente su concittadini che hanno già sofferto molto per gli effetti del terremoto".

Le casette sono state realizzate dal consorzio Arcale, l'azienda che - come scrisse il Giornale - già a ottobre era finita sotto i riflettori perché a un anno dagli annunci dell'ex premier aveva fornito solo 30 Sae su 780. Subito dopo l'esplosione della polemica a Sarnano, l'Arcale si è catapultato a inviare operai per correggere le "criticità" segnalate su mobili e impianti. E così la distribuzione dei moduli è stata rinviata. "Ho ridato le chiavi all'Erap - ha spiegato Ceregioli -. Vorrei assegnare le Sae il prima possibile ma non voglio mettere fretta: se gli operai, che oggi erano presenti in gran numero, lavoreranno così anche nei prossimi giorni, si potrà procedere in tempi brevi". Peccato che stamattina una delle abitazioni si sia allagata completamente (guarda le foto) dopo che il sindaco aveva chiesto espressamente di tenere le caldaie accese tutta la notte per verificarne il funzionamento. Una di queste si è già rotta. Se i moduli fossero stati consegnati ieri in queste condizioni, dopo la casa distrutta un terremotato si sarebbe trovato pure la casetta allagata.

Cornuto e mazziato (dallo Stato).

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