Economia

Spotify va in Borsa e in tribunale

Fa la quotazione diretta ma non paga i diritti sulle canzoni

Spotify va in Borsa e in tribunale

Spotify sospesa tra quotazione in Borsa e una causa miliardaria per non aver pagato i diritti d'autore sulle canzoni, come Napster alcuni anni fa. La società svedese, che si occupa di streaming musicale e che ha 60 milioni di abbonati, potrebbe così dover sborsare 1,6 miliardi di dollari. L' azienda è stata denunciata la scorsa settimana da Wixen Music Publishing, che detiene i diritti di molte canzoni di successo incluse quelle di Tom Petty, Neil Young, Stevie Nicks e The Doors. L'azienda non commenta ma lo scorso maggio si era già ritrovata a pagare 43 milioni di dollari per chiudere una class action per il mancato pagamento dei diritti d'autore di alcune delle canzoni messe a disposizione dei propri utenti. La super causa potrebbe essere un ostacolo per la quotazione in Borsa . Secondo indiscrezioni la società fondata da Daniel Ek avrebbe già fatto richiesta alla Sec negli Usa per la (prevista) quotazione «diretta» (Dpo). L'operazione differisce da una normale Ipo per l'assenza di road show, emissione di nuovi titoli e di banche di investimento coinvolte. Insomma costa meno e non diluisce gli investitori. Sarebbe la prima quotazione di una grande società effettuata con questa modalità.

Spotify è valutata intorno ai 20 miliardi di euro.

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