Economia

Fondi in manovra su Fca, le opzioni dell'ad

Gli istituzionali puntano sulle nozze. La corsa a tre per il dopo Marchionne

Fondi in manovra su Fca, le opzioni dell'ad

Domani sia Piazza Affari sia Wall Street diranno se la cavalcata delle azioni Fca è destinata a continuare oppure se, dopo il +20% registrato in quattro sedute e gli exploit del 2017 (+120% al Nyse e +73,55% a Milano, miglior titolo dell'anno) ci sarà una pausa. «È evidente - dice un osservatore - che in atto c'è una forte speculazione, che potrebbe diventare anche rischiosa. Si guarda, infatti, a ciò che dovrebbe avvenire e non ai dati di fatto, come il mercato Usa in sofferenza e un anno, il 2018, che si preannuncia povero di novità».

Dietro il boom in Borsa (le azioni Fca hanno chiuso venerdì a 17,92 euro) ci sarebbero soprattutto i grossi fondi d'investimento che puntano sull'annuncio di un'alleanza, quella che dovrebbe portare gli azionisti di Exor a diluirsi, cedendo il controllo del Lingotto al nuovo socio. Le indicazioni, però, non sembrano portare a questa direzione: c'è troppa carne al fuoco per il presidente John Elkann, tra i due «Investor Day» di Ferrari e Fca, che tracceranno la strada che le società seguiranno nei prossimi anni, e la scelta dell'erede di Sergio Marchionne al volante del Lingotto. Tre, in proposito, i nomi più accreditati: Alfredo Altavilla, coo Emea di Fca, il direttore finanziario Richard Palmer, il capo di Jeep, marchio locomotiva del gruppo, Mike Manley. Difficile prevedere chi la spunterà o se ci saranno sorprese. Altavilla ha dalla sua una grande esperienza internazionale e ha seguito, al fianco di Marchionne, tutte le vicende chiave del gruppo, fino alla trasformazione di Fiat Group in Fca. È stato, inoltre, in Cina, nell'allora ufficio di rappresentanza a Pechino, e il mercato di cui si occupa (quello dell'Europa) negli 11 mesi porta il segno positivo.

Palmer è un manager inglese abituato a parlare di numeri e finanza e due anni fa la Detroit Free Press lo ha eletto «manager dell'anno», definendolo come «L'uomo chiave di Fiat Chrysler dietro le quinte». Manley, britannico come Palmer, vanta pure una visione molto internazionale del business, oltre ad avere in mano il marchio (Jeep) che nelle intenzioni di Marchionne dovrà diventare leader globale nei Suv.

All'Auto Show di Detroit, il 15 gennaio dall'ad di Fca si attendono risposte su più argomenti. A partire dalla conferma di data e luogo dei due «Investor Day» (Ferrari e Fca). E per quanto riguarda Fca (la data potrebbe essere a cavallo di maggio e giugno, non a ridosso dell'assemblea degli azionisti di aprile) se a prevalere sul luogo sarà una scelta logistica (Torino o Londra) o simbolica (Arese o Balocco). Di certo il meeting si terrà in Europa.

Sarà interessante capire anche quanto la riforma fiscale di Donald Trump inciderà positivamente sugli utili di Fca e se, da Detroit, Marchionne darà soddisfazione ai sindacati che chiedono un segnale sul futuro, in particolare, di Pomigliano e Mirafiori.

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