Cronaca locale

Delpini: «Gioia da imparare dai cristiani di altre nazioni»

Sabrina Cottone

«Ci aspettiamo che questo percorso arricchisca la Chiesa della gioia delle fede, che nostri fratelli venuti da altri continenti sono forse più capaci di esprimere di certi milanesi antichi. E ci auguriamo che i milanesi non si facciamo paralizzare dalle novità portate dalla globalizzazione e si rammentino che i loro progenitori, nel primo secolo dell'anno mille, seppero fondare un comune autonomo capace di sfidare il grande impero». È l'arcivescovo Mario Delpini a presentare il sinodo minore «Chiesa dalle genti», che lui stesso aprirà domenica alle 16 nella basilica di S. Ambrogio. Con una precisazione: «Non sarà un Sinodo sui migranti ma un Sinodo su dove lo Spirito conduce la Chiesa di Milano. Vogliamo riflettere su come cambiare la vita delle nostre comunità perché tutti possano sentirsi partecipi». Saranno membri a pieno titolo cristiani di tutte le nazionalità.

È Laura Zanfrini, docente della Cattolica e responsabile Economia della Fondazione ISMU, a offrire una chiave di lettura di come Milano sia diventata una città come New York in cui «ogni giorno si parlano 70 lingue diverse». Venticinque anni fa, quando il cardinal Martini parlò in modo «profetico» dell'immigrazione, il fenomeno riguardava il 2 per cento della popolazione milanese, oggi interessa il 13,4 per cento. Le stime parlano di 368mila cristiani e 269mila musulmani, 31mila buddisti e 61mila atei o agnostici (soprattutto cinesi), oltre a 11mila persone da Paesi in cui si professano altre religioni. «Un panorama destinato a mutare, con la crescita dell'immigrazione africana e musulmana».

Oltre il 44% non supera i 1.000 euro al mese e uno su cinque non raggiunge gli 800. «Indigenza estrema».

Una battuta amara della prof: «Se passasse la proposta del reddito di dignità, quasi la metà degli immigrati ci starebbe dentro».

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