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Elena, dolce donna d'acciaio: "Addio Giochi, ho un tumore"

La Fanchini: "Penso ai sacrifici, alle Olimpiadi, ai sogni. Tutto scivola via come pioggia. Ma io non mi arrendo..."

Elena, dolce donna d'acciaio: "Addio Giochi, ho un tumore"

È la prova più difficile. Elena ne ha vinte tante. E, dopo 171 gare in coppa del Mondo, lo farà anche stavolta. Elena ha un nome classico, da donna del destino. E una tempra da guerriera. Elena è miss Fanchini, la più grande delle campionesse di Montecampione. Elena, soprattutto, è una ragazza che compirà 33 anni ad aprile e ha un tumore.

Lo ha scoperto ieri: da tempo non stava bene. Aveva deciso di continuare a sciare perché quel malessere balordo e latente non sembrava poter rallentare chi, come lei, è abituata a combattere. Stavolta, però, la sorte ha giocato diverso e ha servito una mano sporca a questa ragazza dal sorriso sincero e il carattere d'acciaio. Una brutta partita. Non più ginocchia e legamenti. Ma una neoplasia «di basso grado»: così recita il primo, scarno, bollettino medico che, per volontà della campionessa, non specifica nulla più in merito alla natura del problema. Ora la campionessa di Artogne, insieme allo staff della Fisi, è già stata presa in cura dai medici della clinica Humanitas.

«Sto effettuando tutti gli esami. Mi curerò ed è mia intenzione tornare a gareggiare», ha fatto sapere via social e attraverso Teleboario la sciatrice. E poi, coraggiosa e commovente: «A tutti è capitato di affrontare momenti difficili, momenti in cui la vita ci mette a dura prova. La vita mi ha messo davanti ad una nuova sfida, una cosa seria per cui sono costretta a fermarmi per curarmi... Non è facile perché penso a tutti i sacrifici, alla fatica, agli obiettivi della stagione, alle olimpiadi e ai miei sogni. Tutto scivola via come pioggia. Questa è la vita, non sai mai cosa può succedere, ma non mi arrendo, affronto questa nuova sfida con tanta forza e coraggio per tornare più forte e realizzare i miei sogni».

Come le due vittorie in discesa a dieci anni di distanza nel 2005 in Canada e nel 2015 a Cortina ed altri due podi americani nel 2013 (Lake Louise e Beaver Creek) sempre in libera, oltre allo splendido argento Mondiale targato Santa Caterina 2005. Sogni realizzati che dicono della tenacia e della stoffa di Elena. Per il suo carattere, però, a parlare è anche il curriculum delle operazioni alle ginocchia: l'ultima la primavera scorsa a quel poco di cartilagine che già le restava dopo altri due interventi.

Insieme con la sorella Nadia (e per fortuna non a Sabrina la più piccola delle tre Fank , ora non più in Coppa del Mondo) una volta fece il conto e il bollettino recitava oltre 10 operazioni in due. Quando vinse, 19enne in Valtellina l'argento iridato, i suoi allenatori sintetizzarono: «Un miracolo con le sue ginocchia». Perché Elena anche da giovanissima, da junior, ha sempre trattato con la sorte che in dote le aveva dato di cristallo ossa e legamenti e di ferro tutto il resto.

Da allora sono seguite altre 12 stagioni al top, sempre centellinando gli allenamenti ma mai la voglia di gettare quel cuore oltre gli ostacoli e il dolore. Elena con le stampelle, Elena in rehab: quante foto, quanti post. E quanto sudore. Stavolta le avvisaglie più crude che qualcosa di grave, ma di diverso, non andasse erano già arrivate a fine anno, poco dopo l'inizio della stagione che Fanchini aveva iniziato bene, sfiorando il podio nella sua Lake Louise, la pista che per lei già tante volte ha significato la gioia della prima vittoria, 13 anni fa e di uno dei due podi, cinque anni fa. Elena ha provato a combattere: nell'ultima gara a Sankt Moritz poco più di un mese fa aveva chiuso 14sima, poi in Val D'Isere era finita lontanissima. «Elena, ti aspetteremo sempre e siamo vicini a te e alla tua famiglia» è il commento di Flavio Roda, presidente della Federsci.

C'è un'altra campionessa che, dopo un tumore al cervello, seppe tornare nel 2012 più forte di prima: è la slalomista ceca Sarka Strachova, ora pensionata. Dalla clinica non trapelano molti dettagli se non quello del fattore tempo: agire con velocità sembra la chiave per superare anche questo ostacolo. Nei prossimi giorni sarà più chiaro se per Elena sarà necessaria un'operazione o una terapia. Quello che ovviamente passa in secondo piano è l'appuntamento con i Giochi: per Elena sarebbe stata la quarta partecipazione, un record. Ma siamo certi che ora per lei questa parola abbia tutt'altro significato.

E anche noi, cara Elena, ti aspettiamo.

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