Economia

Il Monte chiude le filiali e i piccoli paesi protestano

Raccolte di firme e sindaci in fermento. Nelle frazioni dove Mps era spesso l'unico sportello i disagi maggiori

Il Monte chiude le filiali  e i piccoli paesi protestano

La piccola frazione maremmana di Roccaterderighi, che conta mille anime in provincia di Grosseto, è in subbuglio da settimane: lo sportello del Monte dei Paschi, aperto da quasi un secolo che conta 500 conti correnti ed è al servizio dei paesi vicini Sassofortino e Tatti chiuderà definitivamente il prossimo 18 gennaio. L'unico impiegato ha già preparato gli scatoloni per il trasferimento a Roccastrada, comune distante 15 chilometri. Troppi per i piccoli commercianti e anziani che vivono qui e si presentavano in filiale per versamenti e ritirare la pensione. Stessa musica in Garfagnana a Coreglia Antelminelli, 5.200 abitanti, dove il consiglio comunale si è mobilitato per evitare la chiusura dell'unico ufficio bancario della zona e il trasferimento delle attività nella sede di Ponte all'Ania, distante 11 chilometri. Il sindaco ha anche chiesto a Mps di lasciare aperta la filiale almeno con orario ridotto offrendo alla banca immobili pubblici per ridurre il costo dell'affitto.

Ma la strada della ristrutturazione del Monte è segnata: il piano industriale presentato l'estate scorsa dall'ad Marco Morelli vede un nuovo modello operativo che si focalizzerà su una maggiore efficienza, proseguendo sul sentiero tracciato a partire dal 2012 con il lancio di un programma digitale di gruppo che «consentirà di ridurre l'assorbimento di risorse su processi manuali dal 34% del 2016 a meno del 20% nel 2021)». Sono previsti 5.500 esuberi, di cui 4.800 beneficeranno dell'attivazione del fondo di solidarietà, e la chiusura di circa 600 filiali su 2mila: dalle 2000 del gruppo nel 2016 a 1400 nel 2021. In Toscana dovrebbero essere 25 le strutture chiuse nel giro delle prossime due settimane. Spariscono alcune sovrapposizioni, sopravvissute prima all'acquisto di Banca Toscana e poi di Antonveneta. chiudono le sedi nelle piccole realtà. Ma per una banca storicamente radicata sul territorio come Mps la rivoluzione se pur necessaria sta diventando traumatica soprattutto in quelle aree meno popolate dell'entroterra toscano, non solo senese, che dalla Lucchesia alla Maremma. In Toscana Stesso destino per gli sportelli delle «province» più lontane dell'impero, come quella di Mantova dove la percentuale di chiusure sarà pari a un quarto del numero complessivo di sportelli della vecchia Bam poi rilevata dal Monte. Restano alcuni bancomat ma probabilmente verranno disattivati nei prossimi mesi.

La banca nata per capitalizzare le rendite demaniali dei pascoli, i paschi, ora deve dirottare gran parte della clientela su modalità telematiche (digital banking e dintorni) poco accessibili per i clienti over 70. I clienti minacciano di prelevare tutti i loro depositi se Mps non cambierà idea. La protesta monta con raccolta di firme, sindaci in prima linea che chiedono incontri con i vertici di Rocca Salimbeni, mozioni nei consigli comunali e anche in quello della Regione Toscana. È il prezzo da pagare per uscire dal tunnel.

Lo sa bene anche la Fondazione Mps che dal suo statuto ha dovuto far sparire l'impegno a mantenere nella città di Siena la sede e la direzione generale della banca.

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