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L'inquisizione "rosa" castra l'uomo

L'inquisizione "rosa" castra l'uomo

L a femminista francese De Haas ha affermato che la Deneuve e le altre cento donne che si sono espresse in difesa della libertà degli uomini di corteggiarle, anche se maldestramente, fanno un discorso che è apologia dello stupro. Le polemiche insorte dopo il caso Weinstein, che ha provocato confessioni a cascata di abusi subiti da molte attrici, non si spengono. Si rievocano episodi sordidi che se accaduti neanche i molestatori ricordano più. Una storia misera da cui escono malamente uomini e donne. La donna, incapace di autodeterminarsi, invoca un'inquisizione che metta al rogo un uomo che nella realtà delle persone comuni è sparito dagli anni sessanta. L'uomo, eternamente infoiato, ma sessualmente inabile, riuscirebbe ad approcciarsi a una partner soltanto molestandola. Un ritratto che non tiene conto della rivoluzione sessuale che negli anni '60 ha liberato la donna dall'immagine di casta pulzella, priva d'ogni desiderio carnale, che cede inerme al maschio solo con la forza, e mai per piacer suo. Le donne d'oggi fanno l'amore quando, quanto e come vogliono. L'uomo, invece di confermarsi bestiale predatore, ha avuto bisogno della scoperta della pillola blu, per emanciparsi da paure e insicurezze rispetto alla sua prestazione. Questo maschio brutale, sempre alla ricerca di una risorsa sessuale, è lo stereotipo del pirata di un secolo fa, che sembra riesumato per vendicare antichi rancori. Il problema attuale non è più nella contrapposizione tra un maschio accalorato e una femmina pudicamente restia, ma nella capacità, in entrambi i generi sessuali, di conservare la motivazione e il desiderio, l'uno per l'altra. Nel DSM-5, Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, ha fatto ingresso una patologia che nell'edizione precedente non era riconosciuta: il disturbo del desiderio sessuale ipoattivo maschile. Uomini che con pensieri erotici scarsi o nulli hanno un insufficiente desiderio sessuale. Della dipendenza sessuale o ipersessualità, di cui soffrirebbe Weinstein e che ha confessato Michael Douglas, nel manuale non c'è traccia, perché statisticamente irrilevante.

Come dire che in questa società in cui ormai tutto è permesso, paradossalmente nessuno è veramente desiderato.

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