Elezioni Politiche 2018

Bologna, la candidatura di Casini divide il Pd

A Bologna i militanti storici della sinistra e del Pd si dividono sull'eventualità di votare un ex diccì come Pier Ferdinando Casini

Bologna, la candidatura di Casini divide il Pd

I militanti Pd della storica sezione della 'Bolognina' si dividono su Pier Ferdinando Casini. L'ex leader dell'Udc ed ex alleato del centrodestra, bolognese d'origine, dovrebbe essere candidato nel capoluogo emiliano con il centrosinistra.

Nel celebre circolo della Svolta di Achille Occhetto, secondo quanto riferisce la Repubblica, i pareri su questa scelta sono contrastanti. Maurizio Tommasini ricorda che Ugo Boghetta, ex Democrazia Proletaria, eletto qui nel 1996, fu tra quelli che fecero cadere il primo governo Prodi. Il segretario Mario Oliva non ha dubbi: "Se a Roma decideranno così, siamo pronti ad affrontare la campagna elettorale a testa alta". Sui social, invece, ricordano un post dell'attuale segretario, risalente alle primarie del 2012 quando Bersani era favorevole all'alleanza con l'Udc, che recitava così: "Se vince Renzi No a Casini". E se Enrico Rossi, governatore della Toscana, in estate, dice: "Bersani di Liberi e uguali è un uomo simbolo della sinistra e Casini è stato un esponente della destra Dc, poi del centrodestra di Berlusconi e infine è diventato alleato di un Pd sempre più di centro", tra i militanti più anziani c'è chi ricorda che "Bersani fece poi il governo Letta con Berlusconi...". A Bologna, i voti per il Pd sono scesi dai 92 mila delle politiche 2013 ai 46 mila delle regionali 2014 e poi 84 mila per il sindaco Merola del 2016. Insomma, non sarà facile far digerire Casini all'elettorato bolognese.

"Al Senato annullerò la scheda: non morirò democristiano" dice Mirco Montebugnoli, intermediario. Concetto ribadito anche da Bruno Papignani, segretario della Fiom dell' Emilia-Romagna: "Non credo che i nostri andranno a votare Casini" dice. Vincenzo Branà, presidente Arcigay Cassero, assicura: "Non lo voterò mai e sconsiglierò di farlo". Lo scrittore Gianluca Morozzi ci scherza su: "Prendo la cittadinanza a Cervignano provincia di Udine. C' è il vino, c' è una fumetteria, c' è il frico. Il tempo di far passare questo delirio, poi torno". Di parere opposto la collega Grazia Verasani: "Se Casini si adegua a un programma del Pd e non a un programma da ex Dc, perché no?" che, poi, aggiunge: "Purtroppo è il programma del Pd a lasciarmi perplessa. Ci sto pensando". "La prospettiva è poco gradevole - ammette l' avvocato Michele Castellari - è anche vero che rispetto a certi candidati premier di altri partiti e movimenti, Casini sembra ancora Adenauer. Mi adeguerò, nel caso, con qualche mal di pancia". Il musicista Fabrizio Poli dice: "Meglio Casini di Bersani che sta giocando per far perdere il Pd - è sicuro Fabrizio Poli, musicista -. Preferisco sempre chi è pro rispetto a chi è contro a prescindere. Magari sarebbe stato meglio un giovane piuttosto una "vecchia volpe", pur degnissima persona, che forse potrebbe solo pareggiare". Luigi Angeletti, altro veterano della Bolognina, liquida la diatriba con uno slogan: "Meglio Casini del casino.

Il nostro problema adesso è prendere voti, mica fare questioni ideologiche".

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