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Il governo affonda 30mila ditte balneari. Muro contro le norme anti-Bolkestein

Impugnate le leggi liguri che prorogavano di 30 anni le concessioni

Il governo affonda 30mila ditte balneari. Muro contro le norme anti-Bolkestein

Si ripete quello che Renzi e la Boschi misero, perfidamente, in atto il 22 novembre 2015, quando con il decreto Salvabanche mandarono in rovina migliaia di risparmiatori. Il governo (uscente) Gentiloni ha impiegato 12 minuti per vanificare anni di battaglie e di attese e umiliare 30mila aziende del comparto balneare. Sono state impugnate, infatti, le due leggi liguri volte a prorogare di 30 anni le concessioni balneari, sostenendo che sarebbero contrarie alla direttiva europea Bolkestein e alla Costituzione. Una imposizione del Pd al governo per ostacolare una proposta, che sebbene di buon senso, era frutto di un'amministrazione di centrodestra e quindi da rigettare.

La Regione Liguria, governata da Giovanni Toti, a novembre aveva fatto approvare due leggi in consiglio regionale, anche con i voti di parte dell'opposizione, per la qualificazione e tutela dell'impresa balneare e la disciplina delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico ricreative mettendo finalmente ordine nella materia proprio in assenza di un assetto nazionale. Oggi quelle leggi regionali sono state impugnate da un governo provvisorio (la beffa: fra tre giorni sarebbero scaduti i termini per poterlo fare). «Con tutti i problemi da risolvere - dice Toti - il governo preferisce mettere sotto giudizio il lavoro di tante regioni». «La cosa assurda rincara l'assessore regionale al Demanio, Marco Scajola è che di fronte ad un vuoto legislativo che il governo avrebbe dovuto colmare entro il 2017, ha preferito intervenire contro una Regione che cercava di tutelare le imprese».

La Bolkestein (che prende il nome dall'ex commissario Ue per la Concorrenza ed il Mercato interno, l'olandese Frits Bolkestein, quando a capo della Commissione europea c'era Romano Prodi) fa dannare gli imprenditori delle spiagge da sette anni. La direttiva, recepita dal governo italiano nel 2010, obbliga la messa al bando delle concessioni in scadenza di spazi pubblici e beni demaniali cosa che fino ad oggi veniva rinnovata con un accordo diretto pubblico-privato, senza delle vere e proprie gare.

«Sono scioccato. Il governo ha dato un calcio nel sedere alle imprese balneari non proteggendole da una direttiva vergognosa che ha solo l'obiettivo di affondare una delle principali economie del nostro Paese», commenta Massimo Mallegni, vice coordinatore vicario di Forza Italia. «Come si può chiedere ai nostri imprenditori di investire, assumere personale e credere nel futuro quando il tuo Stato si schiera contro di te?», si chiede Deborah Bergamini, responsabile comunicazione Forza Italia.

E dulcis in fundo, anche in questa vicenda i grillini litigano con il loro cervello. Il candidato premier M5s, Luigi Di Maio, sostiene che «per difendere i mercati bisogna combattere la direttiva Bolkestein che massacra le nostre attività».

Il consigliere regionale M5s Fabio Tosi il 31 ottobre scorso, in occasione dell'approvazione delle leggi liguri anti-Bolkestein, parlava di «epilogo inevitabile» in quanto erano «in palese contrasto con le normative europee e oltrepassano le competenze regionali». Ma davvero questi «volessero» governare il Paese?

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