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Repubblica contro l'Ingegnere: "Non c'entriamo coi suoi affari"

Il giornale prende le distanze dal suo patròn storico e si dissocia: i suoi rapporti privati non ci hanno mai influenzati

Repubblica contro l'Ingegnere: "Non c'entriamo coi suoi affari"

L'editoriale più duro su Carlo De Benedetti e le sue manovre per speculare in Borsa grazie alle dritte del governo Renzi suo abituale ospite di casa, alla fine arriva proprio su Repubblica, il quotidiano del gruppo di cui CDB è presidente onorario. Una nuova presa di distanza del quotidiano di famiglia De Benedetti dal suo capostipite che fa capire lo stato dei rapporti tra il top management del gruppo Gedi (fusione dell'ex Espresso con l'editrice della Stampa), cioè i figli di De Benedetti, e l'Ingegnere. Le telefonate con il suo broker dopo la soffiata di Renzi sull'imminente decreto sulle popolari, e poi l'imbarazzante verbale dell'audizione alla Consob sulle frequentazioni con l'ex premier Renzi e i suoi ministri, un esecutivo che Repubblica ha molto sostenuto nei mesi in cui Carlo De Benedetti era ancora al timone del gruppo, rappresenta un danno all'immagine per il quotidiano (fustigatore ventennale di Berlusconi, le dieci domande, la campagna su Ruby etc) che quindi è costretto a dissociarsi dal suo storico patron per chiarire che la linea di Repubblica sul Pd e su Renzi non è stata influenzata dai rapporti di grande familiarità tra l'editore e Matteo Renzi (e la Boschi, e Delrio).

Un sospetto che non era stato neppure avanzato, ma che la direzione del quotidiano del gruppo De Benedetti tiene a smentire preventivamente: «In merito alle vicende giudiziarie e di regolazione dei mercati, che faranno il loro libero corso e che riguardano investimenti personali e rapporti privati dell'Ingegnere con esponenti politici e istituzionali, ci teniamo a sottolineare che nessun interesse improprio ha mai guidato le scelte giornalistiche di Repubblica e nessun conflitto di interessi ne ha mai influenzato le valutazioni - si legge nel fondo, non firmato quindi attribuibile al direttore Mario Calabresi - Le posizioni che il giornale ha preso in questi anni sono il frutto della libera scelta della direzione e dei giornalisti». Poco dopo, ancora più severo: «I rapporti, i giudizi e le iniziative di Carlo De Benedetti sono fatti personali dell'Ingegnere. Questo giornale ha sempre avuto a cuore la propria indipendenza e goduto di una totale libertà di scelta».

Peggio di così Carlo De Benedetti non poteva essere trattato dal suo giornale, in prima pagina. Ma si era già capito che Repubblica ormai disconosce il suo ex editore (CDB ha lasciato l'azienda ai figli nel giugno scorso), e che la cosa è reciproca. Ha fatto saltare sulla sedia tutto il cda del gruppo l'intervista che De Benedetti ha rilasciato al Corriere - competitor diretto - in cui demolisce la linea del quotidiano e la sua doppia direzione («Un giornale non è solo latte e miele; è carne, è sangue. Può avere curve; ma deve avere anche spigoli»). Al punto che pochi giorni dopo, su pressione della redazione, su Repubblica è uscita una nota durissima verso Carlo De Benedetti, firmata dal presidente della società, il figlio Marco De Benedetti: «L'intervista rilasciata da mio padre ha generato disorientamento, con riferimento alla posizione della società nei confronti di Repubblica. Le opinioni espresse nell'intervista non rappresentano né il pensiero degli azionisti, né quello della società».

Tantomeno lo rappresentano, diceva ieri Repubblica, le scorribande azionarie di CDB e il suo discutibile ruolo di «advisor» del governo Renzi.

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