Economia

La telenovela Alitalia a dopo le urne

Il governo: «Offerte da approfondire». Si cercano ancora alternative a Lufthansa

La telenovela Alitalia a dopo le urne

Per Alitalia i tempi si allungano, e il segreto desiderio di tutti è oltrepassare senza traumi la boa delle elezioni. È stato interlocutorio l'incontro di ieri tra i ministri dello Sviluppo Economico e dei Trasporti, Carlo Calenda e Graziano Delrio, con i commissari straordinari di Alitalia, Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari. Chi si aspettava che da qui uscisse una svolta nel processo di vendita, si sbagliava.

È stato fatto il punto sulla procedura e commissari hanno confermato che la società nel primo trimestre presenterà ricavi in crescita rispetto al 2017 e che il prestito di 900 milioni dello Stato non è stato sostanzialmente intaccato. «Quanto alla procedura di vendita spiega una nota - le manifestazioni di interesse pervenute devono essere ulteriormente approfondite prima di poter procedere a una negoziazione in esclusiva. I ministri hanno dato istruzione ai commissari di procedere velocemente in presenza di un'offerta solida e credibile».

Lufthansa in realtà già si aspettava di essere scelta per un dialogo a due: cosa che, almeno finora, non è accaduta. Invece che cos'hanno fatto i commissari? Hanno ripreso la lista delle 32 manifestazioni d'interesse presentata in giugno e, uno a uno, hanno richiamato quei soggetti offrendo di riaprire il dialogo. E serpeggiano ipotesi di nuove cordate.

Sia Delta che Air France hanno risposto positivamente. Air France, al di là delle smentite, ha avuto accesso alla data room primo passo per poter elaborare proposte mentre Delta ha chiesto di essere tenuta informata. I commissari dunque hanno rimesso in gioco più interlocutori, base di partenza per una vendita più vantaggiosa. I tempi sembrano allungarsi oltre le urne, come segretamente voluto da tutti, venditori e acquirenti: difficile far partire una fase di licenziamenti prima del voto.

Negli ambienti del trasporto aereo sono varie le critiche al piano messo a punto da Lufthansa, che chiede innanzitutto il licenziamenti di 2mila dipendenti e la riduzione della flotta, cancellando tutti i collegamenti di medio e lungo raggio in perdita; questo toglierebbe respiro alla compagnia, riducendone le prospettive future. Inoltre, si osserva, le strategie non prevedono una progettuaità di tipo turistico, che per una compagnia come Alitalia può essere un fattore fortemente strategico. La verità è cruda: chi compra fa il proprio interesse, non quello dell'acquisito nè del Paese di questo. Il modello operativo di Lufthansa - e pure di Air France - è basato sul sistema degli hub, e quindi l'interesse di entrambe è portare nuovi flussi di traffico verso Parigi, Francoforte e gli altri hub del gruppo tedesco. Riducendo flotta e network, un'Alitalia nuovamente ridimensionata avrebbe ancora meno autonomia. Quanto a Air France, i colloqui avvengono a livelli molto alti, tra governi e politici di lungo corso, e sui tavoli dove si discute ci sono altri dossier sui quali trattare contemporaneamente.

I commissari, intanto, dimostrano che i conti possono essere tenuti in ordine; e questo è un presupposto importante.

Vendere bene non significa aumentare i prezzo o diminuire i licenziamenti: significa mantenere al Paese un asset di grande valore strategico.

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