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Femministe contro lo stupro telepatico? Una bufala

La nuova frontiera delle fake news passa dalla satira: l'articolo di un sito parodistico, dedicato alla lotta delle femministe contro lo stupro telepatico, è stato preso sul serio dai social network

Femministe contro lo stupro telepatico? Una bufala

Momenti di solitario piacere pensando a una donna di propria conoscenza? È stupro telepatico, parola di femministe. È questa l'allarmante notizia che sta girando sui social network, peccato si tratti di una bufala.

La singolare news proviene da un sito di satira, Medusa Magazine, il cui contenuto è stato però travisato sui social network. Sulle piattaforme social, infatti, è passata l'idea - una vera e propria fake news - che le femministe si siano schierate contro la masturbazione maschile. Se l'atto solitario avviene pensando a una donna di propria conoscenza, inconsapevole del proprio interesse, si tratterebbe infatti di stupro telepatico.

L'articolo, come spiega il fact-checking di Snopes, è stato pubblicato da un sito di satira la scorsa estate ed è stato ripreso in questi giorni da un editor di Infowar, Paul Joseph Watson, pronto a pubblicarne uno stralcio su Twitter con la didascalia: "La masturbazione è 'stupro telepatico'. Il femminismo nel 2018". L'estratto riportato aferma come l'atto onanistico abbasserebbe le energie delle inconsapevoli protagoniste e, fatto non da poco, la pratica sarebbe addirittura peggiore della pornografia: nei film hard le donne sono consapevoli di compiere gesti erotici, mentre nello strupo telepatico sarebbero ignare di essere sfruttate e violate.

Naturalmente, estrapolato dal suo contesto satirico, lo stralcio ha generato dubbi e proccupazioni. Eppure, sarebbe bastato controllare su Medusa Magazine, o sui relativi post su Facebook, per comprendere la chiara natura scherzosa della condivisione. In un aggiornamento social, in particolare, un utente faceva riferimento al desiderio di creare un sito satirico, orientato in un'ottica femminista per risultare più credibile. Un vero e proprio esperimento sociale per comprendere quante femministe lo avrebbero seguito e, nel contempo, quanta indignazione avrebbe potuto sollevare dagli antifemministi.

Con il senno di poi, non si può dire l'esperimento non sia riuscito.

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