Salute

L'acqua aiuta la voce

Per chi soffre di problemi alle corde vocali è una vera medicina: ne servono almeno 8 bicchieri al giorno Prof e istruttori i lavoratori a rischio

Mara Agostoni

Non urlare, bevi. Sbraitare non è solo un problema di maleducazione, ma di salute delle corde vocali. E idratarsi con almeno otto bicchieri di acqua al giorno, dice la scienza, è il primo presidio per avere una voce argentina e allontanare raucedine, afonia o danni più seri all'organo della fonazione. I due lembi di tessuto muscolare nella laringe che ci permettono di parlare sono sempre più messi a dura prova da inquinamento ambientale e acustico. Da fumo, alcol, stress. Dal moltiplicarsi delle occasioni in cui si alza la voce oppure ci si cimenta in perfomance canterine, fra karaoke o personali X Factor, senza la tecnica dei professionisti. Per tutti, ci sono nuove evidenze scientifiche che indicano come prendersi cura della propria voce e non comprometterla.

VIBRAZIONI IN CATTEDRA

Un meccanismo complesso, quello che porta i suoni a uscire dalla nostra bocca. Coinvolge tessuto muscolare e mucosa, una cassa armonica di risonanza e il flusso d'aria espirato. Circa 200 cicli vibratori al secondo, il normale movimento delle corde vocali nelle donne. Si dimezzano a cento negli uomini. Si scende sotto le 70 vibrazioni al secondo per le note più gravi di un basso, si sale sopra le mille per quelle acute di un soprano. Ogni sforzo eccessivo e prolungato, se non controllato e curato, può portare a disfonia, una alterazione della voce più o meno grave, che può essere temporanea, diventare uno stato irritativo cronico o trasformarsi in patologie organiche come polipi, noduli, cisti.

Secondo i dati contenuti nelle linee guida della Società scientifica logopedisti italiani, la disfonia o raucedine colpisce almeno una volta nella vita circa un terzo della popolazione, le donne più frequentemente degli uomini, con percentuali più elevate in alcune categorie professionali, come istruttori sportivi (44%) e insegnanti (58%). Fra chi siede in cattedra, si stima che uno su cinque abbia perso uno o più giorni di lavoro a causa di un problema alla voce. A differenza però di altri professionisti, come attori e cantanti, più abituati a rivolgersi al foniatra, meno del 15% dei docenti ha consultato un medico per curarsi.

A TUTTO VAPORE

Dagli operatori di call center agli avvocati, dai venditori agli addetti agli sportelli, non è solo chi usa le corde vocali per lavoro a strapazzarle, come rilevano i foniatri: accade se si insiste a parlare in ambienti rumorosi, se si sta a lungo al telefono nel traffico cittadino o in treno, se per lo stress si alza spesso la voce, se si discorre anche in palestra mentre si sta usando il fiato per l'attività fisica. Per chiacchieroni e urlatori incontrollabili, gli specialisti hanno elaborato suggerimenti di igiene vocale per prevenire l'insorgenza di patologie, messi a punto da recenti ricerche sulla loro validità.

E' un gruppo di ricercatori dell'Università di Pretoria in Sudafrica ad aver pubblicato lo scorso novembre su Journal of Voice una revisione sistematica degli articoli scientifici degli ultimi dieci anni riguardo agli effetti dell'idratazione sulla qualità della voce negli adulti. Il risultato: l'acqua «è la più semplice e meno costosa soluzione per migliorare la qualità della voce», come verificato da misurazioni su parametri acustici.

Effetti positivi si confermano, secondo lo studio, anche dall'inalazione di vapore e dalla nebulizzazione di soluzioni isotoniche. Lo conferma una ricerca dell'Università di Bahia, in Brasile, su un gruppo di insegnanti: voce in perfetta forma con una soluzione salina nebulizzata per 5 minuti prima di entrare in classe.

Ancora a Pretoria, gli studiosi hanno testato gli effetti dell'acqua sulle qualità vocali di un gruppo di giovani studentesse di canto: rispetto alle colleghe meno idratate, mostrano una capacità di tenere le note più a lungo e di raggiungere più alte frequenze. Ricercatori dell'Università di Hong Kong hanno invece studiato le performance di 20 giovani cantanti amatoriali alle prese con il karaoke: con dell'acqua e brevi pause durante l'esibizione hanno cantato più a lungo e senza significativi cambiamenti nella voce sulle note alte.

Il consiglio dell'Aao-Hnsf, l'American Academy of Otolaryngology, è di bere almeno otto bicchieri al giorno: fra 1,5 e 2 litri, per tenere lubrificate le corde vocali. Non basta. Occorre evitare troppi caffè, tè o bevande contenenti caffeina, che favoriscono la disidratazione. E poi mantenere un certo grado di umidità nei luoghi in cui si vive e lavora: gli specialisti consigliano un tasso del 40%. In ogni caso l'aria troppo secca è dannosa per l'ugola.

ATTENZIONE AGLI ECCESSI

Nel bicchiere versare acqua, non alcol, raccomandano i medici. E lo conferma una ricerca della Nambu University in Sud Corea, su un campione di 3.141 cittadini adulti: chi beve più di quattro volte alla settimana ha un rischio maggiore di disturbi alla laringe rispetto a chi beve meno di una volta la settimana, a prescindere dalla quantità di alcol consumato. Stop anche al fumo: oltre ad essere un potente fattore di rischio per il cancro alla laringe, causa infiammazioni e polipi alle corde vocali. Sempre in Corea del Sud si è studiata la relazione fra i problemi alla laringe e il fumo su 1849 donne che si sono sottoposte a questionari, test e laringoscopia: per le fumatrici si è registrato un rischio 2,1 volte più alto di disturbi alla laringe.

Sono diverse le raccomandazioni dei foniatri per un uso parsimonioso della voce: non parlare troppo in fretta, fare pause per riprendere fiato, supportare la voce con una buona respirazione, riscaldarla prima di un lungo discorso. E' semplice, suggerisce sempre l'Aao-Hnsf: basta ad esempio «scivolare delicatamente da note basse ad alte su diverse tonalità, facendo dei vocalizzi con le labbra, come fanno i bambini quando imitano il suono di un motore». Le sane abitudini di vita consigliate per tenere in forma le corde vocali comprendono anche un adeguato numero di ore di riposo. Gli eccessi vanno evitati anche in questo caso. Ricercatori di Seul e californiani hanno condotto insieme uno studio epidemiologico su circa 18mila adulti, pubblicato su Plos One, sulla relazione fra la durata del sonno e la disfonia.

Chi dorme più di 9 ore o meno di 5 hanno maggiori probabilità di andare incontro a problemi di disfonia.

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