Economia

Ilva, arriva la prima schiarita su Genova

Arcelor: «Sito strategico, bene l'incontro». La bomba Taranto

Sofia Fraschini

Genova uno, Taranto zero. Nella saga infinita che riguarda la cessione dell'Ilva alla cordata AmInvestco (ArcelorMittal 88%), gli stabilimenti liguri segnano un punto a proprio favore, a garanzia dei livelli occupazionali. Il confronto andato in scena ieri al Mise tra le parti sociali, gli enti locali liguri, il governo e i futuri acquirenti ha confermato, infatti, l'accordo di programma del 2005, ed è stato giudicato positivamente da tutte le parti in causa.

L'accordo prevede investimenti per il sito genovese di Ilva, il mantenimento dei livelli occupazionali e la concessione di aree demaniali all'azienda. Oggi sono in fabbrica poco più di 1.100 lavoratori. Ma nel suo piano Mittal ha detto che gliene basterebbero 900, una cifra che potrebbe - a questo punto - essere destinata a cambiare. Anche perché ieri Arcelor Mittal, alla cui vicepresidenza siede Matthieu Jehl (ad della cordata AmInvestco e futuro ad di Ilva), ha confermato l'interesse «strategico per il sito genovese» giudicando «positivamente l'incontro» e «rendendosi disponibile a un chiarimento con gli enti locali genovesi e le organizzazioni sindacali». «Oggi è stata riconosciuta la piena occupazione di tutti i lavoratori», ha ribattuto la segretaria generale della Fiom, Francesca Re David. «I presupposti sono buoni - ha aggiunto il presidente della regione Liguria Giovanni Toti - la prossima settimana incontreremo i commissari straordinari per approfondire».

Guardando all'Ilva nel suo complesso, il governo ha ottenuto, a cessione conclusa, la riassunzione di almeno 10mila addetti (su 14.200 totali). Ma spera, con gli incontri sugli stabilimenti di Genova e Taranto, di alzare i numeri. Ecco perché il vertice su Genova è stato cruciale e ha cofermato quanto sia grave il muro contro muro innalzato dagli enti locali tarantini. «Se su Taranto il confronto si blocca c'è maggiore rischio di esuberi», spiega una fonte sottolineando come «AmInvestco sia ancora disposta a trattare, ma sia urgente che lo scontro politico su Taranto si ricomponga». Questo anche se i lavoratori esclusi dalle riassunzioni saranno comunque collocati nel segmento delle bonifiche ambientali, a carico dell'amministrazione straordinaria.

E se su Genova arriva la schiarita, di Taranto si tornerà a parlare al Mise solo il 25 e il 26 gennaio.

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