Cronache

Sanità, regioni sempre più indebitate ​per pagare le cure ai clandestini

L'assistenza sanitaria gratuita verso tutti costa all'Asl e di conseguenza a Stato e cittadini un salasso. Ecco i numeri da capogiro

Sanità, regioni sempre più indebitate  ​per pagare le cure ai clandestini

Trattamenti urgenti, come il pronto Soccorso o il ricovero in ospedale. E ancora vaccinazioni, profilassi e bonifiche per le malattie infettive. Senza dimenticare la tutela della salute del minore e della donna in gravidanza: tutto gratis. Lo dice la legge italiana. E Sanità gratuita anche verso i clandestini. Gratis per loro per noi invece è un salasso.

I costi per le Asl e per lo Stato

Le cifre sono altissime. Una ferita profonda nel sistema sanitario nazionale dalla quale fuoriesce denaro. I milioni che le Aziende sanitarie locali sborsano ogni anno per le spese agli irregolari sono molti. Costi che pesano: molte asl si indebitano, finisco in rosso e sono costretta a tagliere personale e posti letto. Inoltre cono costrette - soffocate dal peso delle spese - a chiedere aiutare allo Stato.

La situazione ha due punti cruciali. E vanno a braccetto. Lo Stato rimborsa solo una parte delle spese, pescando i soldi dal Sistema sanitario nazionale, alimentato chiaramente dalle tasse degli italiani. Il motivo? Arriviamo così al secondo problema. I costi sono dovuti a immigrati irregolari e "non profughi, sbarcati o richiedenti asilo, inseriti in qualche modo in un sistema di accoglienza, sostenuto, almeno in parte, dall' Europa", come sottolineano da La Verità.

In termi tecnici vengono definiti stranieri temporaneamente presenti. Per loro lo Stato, attraverso il ministero della Saluteha stanziato 31 milioni di euro. Cifra sottostimata che basterà a pagare forse due terzi del totale. Accade sempre così: chiedetelo all'Emilia Romagna che nel solo 2016 ha speso la bellezza di 8 milioni di euro per erogare "servizi e prestazioni essenziali a cittadini stranieri non in regola". Ne sono rientrati solamente 3,2 milioni. Nel 2015 invece le Ausl del territorio spesero in tutto 7,7 milioni di euro per assistere i clandestini e, anche in quel caso, ottennero un rimborso solo parziale, pari a 5,5 milioni. I numeri aumentano andando a controllare gli anni passati: "dal 1998 al 2014 le sanitarie dell'Emilia Romagna hanno erogato prestazioni ad irregolari per 90,8 milioni di euro", sottolinea La Verità. Anche in questo caso ne sono due terzi, ovvero 60 milioni.

Anche il Veneto non è messo meglio. "Nel 2016 - si legge sul quotidiano diretto da Maurizio Belpietro - le spese complessivamente rendicontate sono state pari a 8.501.000 euro, cifra in costante crescita negli ultimi anni (+22% tra il 2014 e il 2015 e ancora +6% nell' ultima rilevazione)".

Cifre da capogiro che non trovano rimborsi adeguati.

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