Cronaca locale

"Inquilini sotto copertura nella squadra anti racket"

L'assessore: "Un nuovo metodo per le indagini che stiamo testando anche nei palazzi privati"

Foto d'archivio
Foto d'archivio

Racket degli alloggi, famiglie che per difendere l'alloggio non si allontanano neanche d'estate, anziane (l'ultimo caso è quello della signora Rosa alle Case Bianche di via Salomone, denunciato dal Giornale) che sono ricoverate all'ospedale e nel frattempo il loro appartamento viene occupato da un gruppo di nordafricani, poi passa a una coppia italo-romeni, dopo chissà, in una a «tranquilla» gestione criminale del patrimonio pubblico.

Carmela Rozza, assessore alla Sicurezza del Comune, sull'emergenza abusivi esplodono polemiche da anni ma sembra che non cambi mai nulla. É così?

«Potrei andare indietro fino al 1994. Tra i quartieri più gettonati dagli abusivi ci sono San Siro che nel 2002 contava 393 immobili occupati e oggi circa altrettanti, idem i 111 del quartiere Mazzini/Corvetto o i 181 del Lorenteggio. Quello delle Case Bianche non era e non è il caso più disastrato. Sono passati vent'anni ma quei caseggiati Aler continuano ad essere super gettonati, vorrei precisare però che da quando il Comune a fine 2014 ha passato la gestione di Quarto Oggiaro a Mm il quartiere è diventato una Svizzera».

Addirittura? Non starà un pò esagerando?

«É cambiato dal punto di vista estetico, abbiamo azzerato le nuove occupazioni e si sgombera senza caos».

Ci spiega il metodo?

«Nelle case del Comune sgomberiamo prima di tutto gli abusivi single che delinquono, poi quelli con famiglia, poi la mamma con bambino che ha commesso un errore a occupare. D'accordo con il prefetto Luciana Lamorgese, al tavolo sulla sicurezza abbiamo concordato questo ordine di priorità negli interventi per dare un segnale: chi delinque è il primo a uscire. E sfido i centri sociali a difendere i delinquenti, abbiano il coraggio di farlo in via Gola».

Alle Case Bianche c'è un sistema organizzato dallo «zingaro», una figura conosciuta nel quartiere. Se la polizia locale facesse qualche passaggio in più come chiedono i residenti non funzionerebbe almeno come prevenzione?

«Non bastano più passaggi dei vigili e le intrusioni avvengono di notte. Non posso entrare nel merito di quello che stiamo facendo perchè non si gioca sulla pelle dei cittadini, ma c'è un'innovazione portata dal neo comandante Marco Ciacci. Se arrivano cittadini che ci forniscono informazioni precise su casi di illegalità, anche negli immobili Aler o privati, diventano informatori della polizia locale, la legge lo permette. Tuteliamo i loro nomi e mettiamo in atto servizi di indagine. Via Salomone è sotto osservazione. Più del singolo alloggio si deve andare alla radice, bloccare gli autori del racket. Uno sgombero qua e là senza logica non produce effetti e i regolari si sentono presi in giro».

É un messaggio ad Aler? Non sarebbe meglio chiudere le polemiche e collaborare visto che il sindaco rappresenta tutti gli inquilini delle case popolari?

«Per tutti questi anni la politica si è divisa sulle parole, il centrodestra parlava di tolleranza zero e la sinistra di occupazione per necessità ma nessuna delle due istanze ha risolto i problemi. Beppe Sala da un anno e mezzo lancia un messaggio chiaro alla Regione e ad Aler: superiamo i tentativi di scaricabarile e affrontiamo insieme la sfida. Mm è obbligata a fornirci tutti gli elenchi degli abusivi con informazioni specifiche, se sono presenti minori, malati, reati pregressi, su queste basi si incrociano le informative di Polizia di Stato e locale e il mio assessorato avvalla o no le richieste di sgombero in prefettura alla riunione del giovedì. Anche Aler ci fornisca gli elenchi per individuare i delinquenti e programmare sgomberi mirati, non dobbiamo fare la guerra civile.

E sia Mm che Aler devono avere meno alloggi sfitti».

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