Cronaca locale

Nuove morti sul lavoro Milano ancora in lutto

Giancarlo, quarto operaio Lamina, non ce la fa Si indaga sulla fuga di azoto e l'allarme muto

Nuove morti sul lavoro Milano ancora in lutto

È l'una e mezza del pomeriggio quando viene dichiarata la morte cerebrale di Giancarlo Barbieri, 61 anni, il quarto operaio della ditta «Lamina» (azienda specializzata nella produzione di acciaio e titanio), ucciso dalle esalazioni di azoto, che martedì scorso, dopo la tragedia, era stato soccorso in condizioni gravissime nella fabbrica di via Rho, a Greco. Intossicazione da azoto, proprio come il fratello Arrigo, morto tre giorni fa a 57 anni insieme ai suoi due colleghi di lavoro Giuseppe Setzu, riflessologo, e Marco Santamaria, elettricista, classe 1975. Lavoravano insieme, dietro gli stessi cancelli, collaboravano al medesimo progetto, vicini anche nella morte, nelle camere dell'obitorio di piazzale Gorini, in attesa di un'autopsia che vada più a fondo su come hanno perduto la vita. È già lutto cittadino, anche se la data ufficiale con le bandiere a mezz'asta è ancora da fissare: dipende da quando saranno celebrati i funerali, ovvero da quando saranno effettuate le autopsie.

Per Giancarlo, nato a Muggiò, la quarta vittima, si è sperato fino all'ultimo. Il pm ha disposto la sua autopsia così come per gli altri tre morti sul lavoro, e le indagini sulla vicenda si concentrano sull'omicidio colposo plurimo. L'intossicazione si sarebbe scatenata dall'azoto che si è sprigionato in una vasca da forno per la lavorazione dei metalli, probabilmente per un guasto, senza che l'allarme suonasse dopo la fuoriuscita del gas. Un guasto e l'allarme muto, doppia strada aperta alla morte.

Le indagini sono coordinate dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e dal pm Gaetano Ruta e sono condotte da carabinieri, vigili del fuoco e tecnici dell'Azienda di tutela della salute. Lunedì prossimo in fabbrica saranno effettuati gli accertamenti «non ripetibili», durante i quali anche la difesa del responsabile legale dell'azienda potrà nominare i propri consulenti. «Oggi siamo morti anche noi» ha detto l'imprenditore della Lamina spa, sceso tra i lavoratori, come riporta il Corriere.

Solo dopo lunedì la fabbrica, al momento sotto sequestro, potrà tornare in attività, sia pure sotto la coltre dell'accaduto. Quarantacinque i morti in azienda in Lombardia nel 2017, in aumento rispetto al 2016. Un'escalation alla quale, nonostante convegni e impegni, pare impossibile porre fine. Oggi nelle fabbriche lombarde il lavoro si fermerà per un'ora. Fim, Fiom e Uim hanno proclamato «uno sciopero di un'ora», anche perché si è aggiunto un nuovo incidente sul lavoro a Brescia, dove è morto un operaio di 19 anni.

«Esprimo il mio cordoglio alle famiglie e ribadisco la necessità di fare ancora di più per garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro. Non è accettabile morire sul lavoro» il candidato del centrodestra per la Regione, Attilio Fontana.

Vicini ai familiari anche il candidato del centrosinistra, Giorgio Gori, e dei 5Stelle, Dario Violi.

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