Cronache

Prof arrestato per molestie "Tutto vero, io innamorato"

L'insegnate dell'istituto Massimo interrogato dal gip ha ammesso tutto. E in carcere ha tentato il suicidio

Prof arrestato per molestie "Tutto vero, io innamorato"

«È tutto vero quello che è successo, ma io ero innamorato di quella ragazza». Non ha scuse e non le cerca nemmeno con sé stesso Massimo De Angelis, il professore di italiano e latino dell'Istituto Massimo di Roma, arrestato due giorni fa con l'accusa di violenza sessuale nel confronti di una studentessa quindicenne.

Ieri davanti al gip Annalisa Marzano, che lo ha sentito nel carcere di Regina Coeli per l'interrogatorio di garanzia, il cinquantatreenne ha ammesso le sue colpe. «Era un rapporto consenziente - ha però sottolineato -. In venticinque anni di insegnamento non mi era mai successa una cosa simile. Chiedo scusa ai miei studenti e alla ragazza che ho ferito. Ho tradito tutti e lo capisco. Sono pronto a dimettermi dall'insegnamento».

Lo stupore tra le aule del liceo romano gestito dai gesuiti, stupenda struttura nel cuore dell'Eur, è grande. De Angelis era una garanzia per i genitori e gli alunni, che lo avevano avuto spesso anche al doposcuola ed era una sorta di vate per gli altri insegnanti. La notizia del suo arresto ha gelato tutti. E con il passare delle ore si delineano meglio i contorni della vicenda. Il pm Stefano Pizza e dagli agenti del commissariato Viminale avrebbero accertato che gli abusi sarebbero stati compiuti in un'aula diversa da quella dove si svolgeva la normale attività scolastica. Sarebbero avvenuti dove il professore, che in passato aveva ricoperto il ruolo di vicepreside, teneva a richiesta lezioni private per aiutare i ragazzi a migliorare il loro rendimento scolastico.

De Angelis, assistito dall'avvocato Fabio Lattanzi, ieri ha spiegato di aver cercato più volte di chiudere la relazione con la quindicenne. «Ma non ci sono mai riuscito, mi allontanavo e poi mi riavvicinavo, ho perso il controllo», ha ammesso. I primi contatti espliciti tra i due sarebbero avvenuti a luglio, con lui che le inviava whattsapp e foto che lo ritraevano nudo, chiedendo a lei di ricambiare. A settembre, con la scusa delle ripetizioni di latino, la conoscenza si intensifica. Baci, palpeggiamenti e la ragazzina costretta a rapporti orali.

Il 23 dicembre il professore scrive un sms, che viene intercettato dai genitori della minore. «Notte, amò, scusa», tre parole che sollevano il velo su due mesi di messaggi. «Tra il 6 giugno e il 20 dicembre si registrano tra i due 60 chiamate - evidenzia il giudice - alcune conversazioni sono in orario extrascolastico e serale, dopo le 19, e alcune sono di lunga durata, anche varie decine di minuti». Il 17 novembre De Angelis scrive: «Non essere gelosa, dai, lo sai che io amo la figlia e non la mamma». E ancora: «Dove va l'amore mio?». Poi frasi sempre più spinte, in cui allude a messaggi audio, con gemiti a sfondo sessuale.

Tutto materiale compromettente e quantomai significativo. E l'adulto ne era consapevole al punto di chiedere alla studentessa di cancellarlo e farlo sparire. Ma quei whattsapp intercettati e i tabulati telefonici sono sufficienti a provare gli abusi e i rapporti, che la quindicenne, sentita in audizione protetta, ha confermato. Al vaglio degli inquirenti anche il telefonino e alcuni computer dell'insegnate, che sono stati già sequestrati e verranno analizzati dalla polizia postale nelle prossime settimane.

L'avvocato Lattanzi chiederà per lui gli arresti domiciliari, che il professore potrebbe decidere in un convento per non tornare a casa, nonostante la sua compagna in queste ore lo abbia difeso senza riserve. L'Istituto Massimo, che tra i banchi di scuola ha visto personaggi come il presidente della Bce

html">Mario Draghi e l'ex sindaco Francesco Rutelli, ha invece fatto sapere che in un eventuale processo penale si costituirà parte civile.

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