Cronache

Cancro, le sei ricerche che ci fanno sperare

Immunoterapia e mappa genetica le più promettenti. Ma la strada è lunga

Cancro, le sei ricerche che ci fanno sperare

Nemmeno l'ultima ricerca sul test del sangue per fotografare il cancro soddisfa gli oncologi più scettici. Soprattutto quelli che sono in prima linea in corsia e nelle sale operatorie, quelli che devono guardare dritti negli occhi i pazienti e dire che al loro tumore non c'è (ancora) rimedio. Capofila degli oncologi insoddisfatti è Ermanno Leo, dirigente della struttura colon rettale dell'Istituto nazionale dei tumori. «Diciamolo, questo test è semplicemente una stima - sbotta -. Un vero test di screening dev'essere validato anche su un gruppo di pazienti asintomatici. Per di più la maggior parte dei tumori valutati sono in stadio non precoce». Che nell'esame del sangue potenzialmente rivoluzionario per le diagnosi ci siano ancora molti elementi da chiarire e affinare è innegabile, ma nei laboratori di Baltimora, dov'è stata messa a punto la ricerca, esultano e sentono di avere finalmente salito un gradino importante: il test permetterà di individuare le primissime variazioni del Dna e, leggendo contemporaneamente la proteina che fa da cartina di tornasole ai tumori, si riuscirà anche a capire quale organo sta per essere colpito.

Quindi, se è vero che probabilmente siamo ancora ben lontani da una cura contro il cancro, è altrettanto vero che alcuni risultati importanti arrivano. E si spera siano presto traducibili in esami o terapie da portare nei reparti oncologici e non solo sulle pubblicazioni delle riviste scientifiche. Così come anni fa è accaduto per chemioterapia e radioterapia. In questa battaglia infinita i ricercatori italiani hanno messo a segno i loro bei gol.

1. Anno spartiacque per la ricerca oncologica è il 2000, quando finalmente si riesce a ricostruire la mappa completa del genoma umano: questo permette di realizzare farmaci più intelligenti rispetto a quelli del passato e in grado di colpire gruppi cellulari precisi.

2. Nel 2014 uno staff di scienziati dell'Irccs Istituto nazionale dei tumori identifica una molecola in grado di intossicare le cellule tumorali nel carcinoma papillare della tiroide.

3. Nel 2016 il mondo oncologico accende le speranze: un gruppo di ricercatori tedeschi dell'università Johannes Gutenberg di Mainz annuncia sulle pagine di Nature di avere individuato un vaccino in grado non tanto di prevenire il cancro ma di potenziare il sistema immunitario talmente tanto da impedire il suo attecchimento. La promessa della scacco matto ai tumori incuriosisce anche l'oncologo Umberto Veronesi che si mostra tutt'altro che scettico nei confronti dello studio e sostiene che, seppur con cautela, è stata finalmente tracciata la strada giusta da seguire.

4. Qualche mese fa un team dell'Humanitas, lavorando sul tema dell'immunoterapia, ha trovato una molecola in grado di frenare le cellule tumorali, a cominciare da quelle del melanoma.

5. All'istituto di ricerca di Candiolo e all'università di Torino si è trovato il modo rendere le cellule tumorali visibili al sistema immunitario e permettergli di bloccarle.

6. Negli ultimi tre anni sono stati fatti grossi passi avanti anche per quanto riguarda il Dna: i ricercatori del Breast cancer association consortium (un consorzio internazionale di scienziati) sono riusciti a leggere nuove varianti del Dna che segnalano il rischio di tumori al seno, uno dei più pericolosi e diffusi. Le prime alterazioni del Dna sono essenziali per giocare d'anticipo sulla formazione del tumore e mettere a punto terapie mirate e individuali.

Insomma, anche se il puzzle sembra infinito, qualche tassello chiave è stato posizionalo e servirà, a catena, a cercare tutti gli altri pezzi.

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