Cultura e Spettacoli

Nek, Renga e Pezzali: trio super sprint

"Siamo la boy band dei grandi"

Nek, Renga e Pezzali: trio super sprint

Quando due artisti 50enni di lungo successo (Max Pezzali e Francesco Renga) partono in tour con un 46enne come Nek, l'obiettivo non può essere che ritrovare l'energia spensierata che il tempo ha tolto. L'hanno subito fatto con ironia, giocandoci su senza prendersi troppo sul serio (che è poi il modo migliore di essere seri). Perciò, dopo il rodaggio a Jesolo, sabato sera all'Unipol Arena si è battezzato ufficialmente Max Nek Renga, il tour, che girerà l'Italia fino al 19 e 20 aprile quando chiuderanno tutto (probabilmente solo per un po') al Forum di Assago. Due ore e mezzo di concerto. Inizio con il brano a tre Duri da battere e poi via con 37 canzoni che tutti ma proprio tutti conoscono, da Hanno ucciso l'uomo ragno a Laura non c'è, da Angelo a L'universo tranne noi oppure Lascia che io sia, Il mio giorno più bello del mondo e Se telefonando. Praticamente la colonna sonora di una o due generazioni. Perciò loro scherzando dicono: «Siamo la boy band dei grandi». E' la loro nuova veste, ridono, giocano, scherzano, hanno inventato un format che, dopo aver prodotto forse un disco dal vivo ed essere andati in tv prima dell'estate con il concerto (le trattative sono in corso), potrebbe avere altri assetti. In ogni caso, oggi sul palco con nove musicisti, Renga, Pezzali e Nek sono a geometria variabile, si dividono le canzoni, se le scambiano, le interpretano insieme anche in un medley acustico e poi finiscono tutto con Nord sud ovest est (attaccato a Tiene il tempo) senza mai rubarsi la scena, come hanno notato tutti. Un esempio di umiltà in un mondo di prime donne.

Dopotutto sono tra i cantanti pop italiani che con più costanza sono arrivati ai primi posti delle classifiche senza mai precipitare nello slogan pecoreccio o nella comparsata televisiva usa e getta (ora Pezzali è ospite fisso di Fazio a Che fuori tempo che fa). E ora si reinventano senza la sacralità liturgica che avrebbero tanti altri al loro posto.

Un gran bel modo di fare pop.

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