Politica

"Volgarità e cafonerie", De Luca difende la candidatura del figlio

La "proposta" del governatore: "Pubblichiamo i curricula per distinguere i somari da quelli che si candidano per passione, chi vive di politica da chi vive del proprio lavoro"

"Volgarità e cafonerie", De Luca difende la candidatura del figlio

Vincenzo De Luca difende la possibile candidatura del figlio Piero e lancia una stoccata, nemmeno troppo indiretta, al sindaco di Napoli Luigi De Magistris che a sua volta, qualche giorno fa, l’aveva stuzzicato proprio su quest’argomento.

La replica a latere di una conferenza stampa in cui il governatore ha illustrato il nuovo piano sanitario per la Regione Campania (iniziativa, questa, pure punzecchiata dallo stesso De Magistris: “Mancano i mezzi negli ospedali e adesso parte la rivoluzione, casualmente siamo in campagna elettorale e mi dicono che il figlio è candidato”).

Senza mai nominare il sindaco di Napoli, De Luca spiega: “Sulla sanità andremo avanti senza lasciarci distrarre dalla campagna elettorale, noi proponiamo iniziative che riguardano la vita di migliaia di persone non manifesti. Per quanto riguarda le candidature, la posizione espressa non da me ma da chi è interessato alle candidature è questa: si votino le candidature a scrutinio segreto negli organismi dirigenti dei partiti, si chiarisca all’opinione pubblica chi vive di politica e chi vive della propria attività professionale. E ogni candidato si impegni a pubblicare il suo curriculum, in modo che ogni cittadino possa valutare la qualità del candidato. Questa è la proposta. Rispettosa dei diritti costituzionali e del tutto indifferente alla volgarità e alla cafoneria di chi pensa di fare polemiche gratis”

"Qual è il sindaco in questione? Di quale candidato si preoccupa? Non gli sono chiari i territori, fa confusione", insiste De Luca che conclude così: "Comunque un mio congiunto ha reso chiara la proposta, voto segreto, curriculum pubblico per distinguere somari da chi ha qualcosa da proporre, e chiarimento su chi vive di politica e chi vive del suo lavoro.

E magari si candida soltanto per ragioni di passioni politica, per la quale non bisogna chiedere il permesso a nessuno come garantisce la nostra Costituzione”.

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