Economia

Intesa rischia di pagare i danni delle due Venete

Il Gup apre ai soci vittima delle passate gestioni Ca de' Sass: "Il coinvolgimento è contro la legge"

Carlo Messina
Carlo Messina

I soci azzerati di Veneto Banca e Popolare Vicenza che hanno perso tutti i loro risparmi nelle azioni delle banche venete vendute a prezzi gonfiati a clienti spesso ignari dei rischi che correvano, potranno rivalersi. Ma non sulle passate gestioni di Vincenzo Consoli e Gianni Zonin. Nè attingendo dagli attivi delle banche in liquidazione. Gli errori del passato, e l'eventuale risarcimento dei danni subiti da azionisti e obbligazionisti, potranno infatti ricadere sulle tasche di Intesa Sanpaolo, che ha rilevato per un euro le due ex popolari salvandole dal crac.

Lo ha deciso ieri il gup di Roma, Lorenzo Ferri, che nel processo su Veneto Banca ha disposto la citazione in giudizio di Intesa come responsabile civile per i reati di ostacolo alla Vigilanza e aggiotaggio, di cui sono accusati gli ex manager e sindaci di Montebelluna. Il giudice solleva, infatti, dubbi di legittimità costituzionale sul decreto legge 99/17 sulla liquidazione delle banche venete, in quanto preclude ai soci azzerati ogni speranza di ristoro, mettendo la «cessionaria» Intesa al riparo dalle richieste di risarcimento. L'ordinanza afferma «che il contratto di cessione stipulato tra Intesa e la liquidazione di Veneto Banca ha efficacia solo tra le parti e non vale ad escludere la responsabilità dell'istituto guidato da Carlo Messina nei confronti dei terzi danneggiati azionisti di Veneto Banca», ha spiegato l'avvocato Matteo Moschini che rappresenta circa 600 soci di Veneto Banca e 400 di Popolare Vicenza.

Le associazioni dei consumatori esultano perché la decisione del gup romano apre la strada a richieste analoghe nei confronti delle altre «good bank», come Etruria&C salvate da Ubi. Con una mossa che rischia di scardinare accordi e leggi. In serata dalla banca milanese, che ha acquistato le due ex popolari sulla base di un contratto blindato che la teneva al riparo dai rischi legali, è arrivata una reazione durissima. «Intesa Sanpaolo apprende con sconcerto la notizia del possibile coinvolgimento giudiziale come preteso responsabile civile per «reati di ostacolo alla Vigilanza e aggiotaggio di cui sono accusati gli ex manager e sindaci di Veneto Banca in liquidazione coatta», si legge in una nota. Dove l'istituto sottolinea di avere «acquisito soltanto determinati attivi, passivi e rapporti giuridici» delle due banche venete «dando risposta urgente e concreta alla necessità di evitare effetti dirompenti per l'economia del Paese e i gravi riflessi sociali che sarebbero altrimenti derivati soprattutto nelle aree del Nord Est, e salvaguardando così gli affidamenti, depositi e il posto di lavoro di migliaia di persone». Poi, l'affondo: «Il coinvolgimento di Intesa in vicende del passato che riguardano altri soggetti è contrario alla legge, ma ancor prima a ogni logica».

E per questo il gruppo di Messina (che fra l'altro a ottobre aveva stanziato un fondo da 100 milioni per ristorare le famiglie meno abbienti che hanno visto sfumare i loro risparmi) non mancherà di difendersi «in ogni sede e di esercitare ogni suo diritto legale e contrattuale».

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