Cronache

Furia di Asia sulle colleghe: "Pavide"

Attacco alle firmatarie: "Non fanno i nomi". Ma anche lei ha taciuto

Furia di Asia sulle colleghe: "Pavide"

Asia contro tutte. La signorina Argento, capofila della costola italiana della crociata anti-Weinstein, accusa le 124 colleghe firmatarie del manifesto «Dissenso comune» di opportunismo e bempensantismo. Ma soprattutto di ipocrisia. «Non si può dire anche noi abbiamo vissuto e poi non dire di chi si sta parlando». Un attacco legittimo e ragionevole perché gettare il sasso e tirar poi via la laccatissima manina non serve proprio a nulla se non ad alimentare la caccia allo stregone. Peccato però che proprio l'attrice romana vincitrice di due David di Donatello non sempre abbia svelato l'identità dei suoi molestatori. Ha sì ammesso di essere stata violentata dal potentissimo produttore americano Harvey Weinstein, ma non è stato un gesto particolarmente coraggioso, visto che nel frattempo il disgustoso tizio era stato sputtanato da decine di attrici di ogni nazionalità. Poi, successivamente, ha raccontato di almeno altre due molestie subìte, con altrettanti tweet. Uno: «#quellavoltache un regista/attore italiano tirò fuori il suo pene quando avevo 16 anni nella sue roulotte mentre parlavamo del personaggio». Due (in inglese): «#quellavoltache un grande regista di Hollywood con il complesso di Napoleone mi dette la droga dello stupro e mi violentò mentre ero incosciente. Avevo 26 anni». In entrambi i casi la Argento fornisce qualche indizio per riconoscere il molestatore, dando la stura a una sorta di «indovina chi», ma si guarda bene dal fare nome e cognome. Quindi perché rampognare le colleghe per un'identica viltà?

Che poi per il resto la Argento non ha affatto torto nel suo fastidio per il generico manifesto delle 124 tra le quali figurano - tra le altre - Valeria Golino, Barbora Bobulova, Miriam Leone, Isabella Ferrari, Kasia Smutniak, Alba Rohrwacher, Giovanna Mezzogiorno, Cristina Comencini e perfino quella Cristiana Capotondi che così trovò modo di difendere Fausto Brizzi, il Weinstein all'amatriciana: «Con me si è sempre comportato da vero gentiluomo». Asia in un'intervista rimprovera le 124 di non averla mai difesa: «Non ho mai ricevuto - fa notare - un sms di sostegno delle attrici e alcune di loro, quando le ho incontrate, si sono girate dall'altra parte. Capisco che magari si vergognavano di parlare con i giornali e le televisioni, ma almeno privatamente avrebbero potuto dimostrare solidarietà. Invece è stato il silenzio assoluto. Un silenzio assordante». E poi quel manifesto è davvero vuoto e sciocco: «È solo un modo per pulirsi la coscienza da questo silenzio assordante. Non vedo un programma tantomeno politico». È tutto annacquato, non si capisce neanche cosa vogliono dire». Lei poi in quell'elenco ci sarebbe dovuta essere, ma «ho chiesto che venisse inserita anche Miriana Trevisan. Non l'hanno contattata fino a un paio di giorni fa.

Forse non la reputavano alla loro altezza».

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