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Londra vuole cancellare i reati delle suffragette condannate Lottarono per il voto alle donne

Pellegrina Pirani, Ersilia Majno Bronzino, Elisa Boschetti e Anna Celli (1905)
Pellegrina Pirani, Ersilia Majno Bronzino, Elisa Boschetti e Anna Celli (1905)

Furono oltre 1.300 a essere arrestate. E la loro fu più che semplice disobbedienza civile. Vetrine spaccate, cassette della posta bruciate, cavi elettrici tranciati. Una bomba venne lanciata contro la casa del ministro delle Finanze e futuro premier David Loyd George (era il 1913) ed Emily Davison divenne una martire della causa dopo essersi lanciata contro il cavallo di re Giorgio V, morendo schiacciata all'età di 41 anni. Le altre finirono in carcere, cominciarono lo sciopero della fame e furono alimentate forzatamente. Ma la battaglia che vinsero divenne una pietra miliare delle nostre moderne democrazie. Le suffragette riuscirono così - era il 1918 - a raggiungere uno dei più grandi traguardi della storia contemporanea: il diritto di voto per le donne. Sono passati cento anni dal 6 febbraio 1918, quando la Gran Bretagna adottò il Representation of the People Bill che diede il via all'inclusione delle donne nel sistema politico. Oggi i familiari e alcuni gruppi di pressione, oltre a ricordarle, chiedono al governo inglese di cancellare le condanne che pesano sulle loro biografie. Un pubblico perdono per chi infranse la legge per un obiettivo storico.

«L'attivismo delle suffragette fu per una nobile causa e molte di loro divennero prigioniere politiche. Il perdono sarebbe un bel tributo. In nessun senso si possono considerare criminali», dice Sam Smethers, presidente della Fawcett Society, la principale organizzazione britannica per i diritti delle donne. A sostegno dell'iniziativa, la premier scozzese Nicola Sturgeon e il leader del Labour Jeremy Corbyn, che ha promesso il pubblico perdono se metterà piede a Downing Street.

Chiamata in causa, la ministra degli Interni Amber Rudd si è detta disposta a valutare la proposta ma ha espresso qualche dubbio: «Difficile quando si parla di reati come gli incendi dolosi e la violenza». GaCe

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