Cronaca locale

Così sopravvivevano: scatti di vita quotidiana all'ombra dei conflitti

In mostra le fotografie custodite dai soldati in varie trincee belliche fra il 1935 e il 1945

Simone Finotti

Armadi, scaffali e cassetti pieni di fotografie perdute e ritrovate, ingiallite dal tempo ma ancora capaci di evocare potenti ricordi. Dove non arriva la voce esplode l'urlo delle immagini: nomi, date, luoghi, piccole e grandi epopee personali che riemergono trascinate dal filo della memoria, spesso offrendoci diverse prospettive sulla storia e sul nostro passato. È quello che accade a Cascina Cuccagna (primo piano, ala Sud), dove fino a mercoledì è visitabile a ingresso libero la mostra 1935-1945: la guerra e l'altra resistenza. Il racconto dei nostri padri e dei nostri nonni, organizzata in occasione delle Settimane della Memoria, progetto di «public history» volto al recupero di materiali storici provenienti da archivi privati e relativi a momenti significativi del Novecento.

In questo caso ci troviamo di fronte a un emozionante percorso fra oltre 500 immagini e inediti documenti d'epoca realizzato dal fotografo milanese Giuseppe Corbetta, in collaborazione con Cascina Cuccagna e Associazione Coop Cuccagna, con il patrocinio del Municipio 4. L'esposizione, che segue un ordine cronologico, ci accompagna alla (ri)scoperta del drammatico decennio fra la campagna d'Etiopia e la fine della Seconda Guerra mondiale. A finire sotto l'obiettivo, però, non è la grande Storia, ma la vita quotidiana dei soldati, fatta di semplici gesti come sfogliare un quotidiano, appostarsi nella neve, assistere orgogliosi alla consegna delle medaglie, imprecare sui ghiacci perenni di altopiani gelati o sotto il rovente sole d'Africa, parlare con prigionieri e profughi, prepararsi per l'ennesimo trasferimento, fumare una sigaretta, ascoltare la notizia della firma di un armistizio e, perché no, adocchiare una bella ragazza.

Sono riemersi interi album, incredibilmente intatti come quello di Antonio R., caporale degli Alpini nato nel 1913, col suo ricco tesoro di foto e lettere risalenti all'ultima guerra. Come lui, altri cinque protagonisti di quegli anni ci hanno lasciato testimonianze esposte in mostra, che spaziano da Gondar a Durazzo, dalla Grecia alla ritirata del Don, dalla Bielorussia all'Albania, dalla Jugoslavia al passo di Fremamorta, dai campi di prigionia nazisti a quelli degli alleati in Sudafrica. A volte sono scatti fermi e puliti, a volte più sfuocati e artigianali, ma sempre carichi di fascino.

Dalla lontana Eritrea arrivano immagini di una colonna motorizzata al guado del fiume Setit, o ancora della festa del Mascàl. Dalla Russia istantanee del viaggio del Csir, e degli sguardi pieni di timore e speranza di prigionieri e profughe ucraine. Ricordi che difficilmente emergevano dalle parole, forse per pudore, forse perché troppo intimi e toccanti, ma grazie a queste immagini rivivono con sorprendente nitidezza, parlandoci di epoche lontane come se fossero vive e presenti. Alcune fotografie hanno le didascalie scritte sul retro, in altri casi il commento è affidato a pagine di autori di guerra come Mario Rigoni Stern. Particolarmente intensa l'ultima sezione, che segue le vicende del caporale Antonio, arrestato dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 come «Internato militare italiano» e trasferito in un lager. Un'altra faccia della resistenza, meno nota della lotta partigiana ma altrettanto drammatica e sofferta. Intanto prosegue la raccolta di notizie, lettere, diari, fotografie, cartoline, e ogni altro documento storico da archivi privati sugli anni della Seconda Guerra.

Orari: martedì-sabato 15.30-19.30, domenica 11-20. Info www.

cuccagna.org

Commenti