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"Arabi gratis": idea sbagliata, ma difendiamo il direttore

Meloni polemizza con il capo del Museo egizio per gli sconti agli arabi. Ecco perché Greco non rischia nulla

"Arabi gratis": idea sbagliata, ma difendiamo il direttore

Peccato la cultura finisca in prima pagina solo quando infuria la polemica che, in questo caso, sta travalicando i confini nazionali. Se ne parla in tutto il mondo del «caso» Museo Egizio di Torino, un'eccellenza assoluta anche alla luce della crisi del suo omologo a Il Cairo. 852mila visitatori nel 2017, oltre un milione dopo un anno dalla sua riapertura del 1º aprile 2015. Con un'operazione coraggiosa, ai limiti dell'azzardo in un Paese gerontocratico come l'Italia, la presidente Evelina Christillin e il cda del Museo nel 2014 nominano direttore Christian Greco, neppure quarantenne. Entrambi si sono dimostrati capaci di fare numeri e attività di alto profilo.

Tra le numerose operazioni di marketing per avvicinare e fidelizzare un nuovo pubblico - sconti alle coppie a San Valentino, ingresso gratuito il giorno del compleanno, diverse altre agevolazioni - lo «scandalo» è scoppiato per l'iniziativa «fortunato chi parla arabo», mirata ad avvicinare all'Egizio i cosiddetti «nuovi italiani»: in due si paga un solo biglietto.

Un'iniziativa, peraltro, partita diversi mesi fa, che in campagna elettorale è deflagrata in polemiche molto aspre, culminate in due episodi. Il 30 gennaio Andrea Crippa, segretario dei Giovani Padani, pubblica sulla sua pagina Facebook un video - rivelatosi un fake, da qui la denuncia - che invitava a mettersi in contatto con il centralino del Museo Egizio, inondato di insulti, per protestare contro la campagna di promozione. Venerdì 9 febbraio Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, dopo l'incontro con il direttore all'ingresso del Museo, pur nella prevedibile divergenza di opinioni, pare meno rigida rispetto a ciò che lei stessa ha definito una «discriminazione all'incontrario».

Storia finita? Niente affatto. «Quando saremo al governo cacceremo Christian Greco», riferisce il comunicato a firma Federico Mollicone, responsabile della comunicazione Fdi. Frase smentita dopo poche ore dalla stessa Meloni, «una bufala inventata dalla stampa» e da un tweet di Guido Crosetto, che in molti danno come possibile candidato del centrodestra alle elezioni regionali del 2019: «Cazzata! Mai Fdi sostituirebbe una persona se porta risultati veri. Mai!».

Ecco che, finalmente, rientriamo nei ranghi della ragione poiché, lo dimostrano i fatti, il cardine teorico di una destra liberale e non fanatica si fonda prima di tutto sulla meritocrazia e, in quanto a questo, Christillin e Greco stanno lavorando benissimo. L'applicazione dello spoil system non è mai stata prerogativa dei moderati: anche negli anni dei governi Berlusconi quelli bravi hanno continuato a lavorare e quasi tutti erano di sinistra.

Si può discutere sull'opportunità di continuare in questa promozione durante la campagna elettorale, dove ogni occasione di scontro è benvenuta, e si può altrettanto discutere sulla strumentalizzazione dell'episodio a parti inverse che vede schierati fianco a fianco sinistra e grillini, difensori della libertà e dei diritti dei popoli versus i nuovi patrioti dell'italianità.

Lasciamo perdere e concentriamoci su alcune considerazioni finali: che i politici di professione imparino a controllare le fake news, giusto per non sembrare inconsapevoli di tutto ciò che accade loro intorno; che gli stessi si informino sui funzionamenti interni a musei e istituzioni (se la nomina e la conferma viene ratificata da un cda, al ministro di turno non è dato - per fortuna - di cacciare nessuno); se un direttore agisce bene, porta risultati importanti, posiziona l'istituzione a livello internazionale, è giusto lasciarlo lavorare in pace, anche se scivola sulla buccia di banana di una scelta forse poco opportuna, tanto per non buttare benzina sul fuoco del fanatismo.

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