Cronache

Rapinatore ucciso a Napoli: il video del gioielliere armato

Le immagini mostrano Corcione con la pistola in mano che esce dalla gioielleria quando arrivano le forze dell'ordine

Rapinatore ucciso a Napoli: il video del gioielliere armato

La rapina di Frottamaggiore a Napoli sta diventando sempre di più un caso. Il gioielliere indagato per omicidio colposo per aver ucciso uno dei banditi adesso deve difendersi pure dalla legge. In una clip adesso appare il gioielliere armato che sece fuori dal negozio dopo aver sparato, quando arrivano le forze dell'ordine. Luigi Corcione nelle immagini del video è con una pistola in mano ed è possibile rendersi conto come la banda abbia agito nel bel mezzo della folla con le strade affollate del sabato sera. Luigi Corcione è stato iscritto nel registro degli indagati anche per eccesso di lettima difesa. Ed è proprio su questo punto che si fa più aspra la polemica.

Salvini difende il gioielliere: "Nell’Italia che governerò — ha detto — la legittima difesa è sempre e comunque legittima difesa. Bisogna cambiare l’articolo del codice penale che prevede l’eccesso di legittima difesa. Il gioielliere ha fatto esattamente quello doveva fare, ha difeso se stesso. Se fai il rapinatore metti in conto che rischi qualcosa e il gioielliere non deve essere indagato. I problemi — ha poi sottolineato — non si risolvono con la violenza, mai, nessuno è legittimato a usarla. Ma la legge italiana di oggi tutela di più il delinquente". Stessa posizione di Forza Italia: "In un Paese civile l’iscrizione nel registro degli indagati per chi reagisce a un pericolo per la propria incolumità non dovrebbe durare più di un minuto: il tempo di verificare l’esistenza di una minaccia dalla quale la vittima è stata costretta a difendersi. La riforma della legittima difesa — ha aggiunto Squeri — sarà una priorità del governo di centrodestra. Affermeremo un principio chiarissimo: il diritto per famiglie, esercenti e imprenditori di tutelare la propria sicurezza sapendo di non dover affrontare le forche caudine della giustizia", ha affermato il deputato azzurro Luca Squeri.

Le indagini su quanto accaduto vanno avanti e il legale di Corcione sottolinea al Corriere un aspetto finora ignorato della vicenda: "C’era una situazione di pericolo concreto e, se sarà confermato che il mio cliente si è trovato davanti a quattro persone armate, anche in una situazione di pericolo imminente".

Quattro persone contro un uomo che ha difeso se stesso dalla violenza di una banda di balordi.


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