Il diario di Ninna

Due ragazzi che riempiono di orgoglio

Due ragazzi che riempiono di orgoglio

Caro diario, oggi ho vissuto una giornata memorabile. Non solo perché il freddo sembra aver finalmente mollato la presa tanto che al parterre dello sci alpino a Jeongseon ho tolto cappellino e guanti senza restare stecchita. No, la bella notizia è che dopo aver gioito per il primo oro olimpico di Marcel Hirscher, in serata ho esultato ancora di più, perché nel giro di mezz'ora l'Italia ha fatto un balzo da canguro nel medagliere vincendo un oro e un argento. Ho vissuto le imprese di Arianna Fontana e Chicco Pellegrino dalle tribune dello stadio del fondo: purtroppo all'Olimpiade bisogna fare delle scelte, non ci si può dividere a metà, capita così di essere a una gara e perdere la medaglia che arriva da un'altra (l'altra sera ad esempio ero allo slittino mentre Windisch vinceva il bronzo al biathlon), ma può anche capitare che mentre dal telefono ti arriva la notizia del trionfo di Arianna allo short track, davanti ai tuoi occhi prende forma una delle pagine più esaltanti della storia del fondo italiano, che pure in passato ne ha vissute di straordinarie, di cui sono stata già fortunatissima testimone.

Ma questa medaglia di Chicco per me è speciale, nella nostra Valle d'Aosta ho avuto il privilegio di frequentarlo lontano dalle piste e dai riflettori e posso dire che un ragazzo d'oro come lui è difficile da trovare. Potrebbe essere mio figlio, ma starei a parlargli per ore, per giorni, perché da lui c'è sempre qualcosa da imparare per arricchirsi la vita. Anche Arianna vive in Valle d'Aosta, lei valtellinese ha scelto Courmayeur per allenarsi fino allo sfinimento, unica scelta possibile per emergere in uno sport duro come il suo. Che donna Ary, quel suo «siete carichi?» urlato ai compagni alla cerimonia di apertura resterà indimenticabile.

L'Italia ha avuto un portabandiera di cui andare davvero fieri, perché vincere medaglie in quattro Olimpiadi consecutive è da fenomeni e grazie a lei lo short track, entrato per la prima volta nel vocabolario dello sport italiano ai Giochi di Lillehammer 24 anni fa, continua ad essere un'inesauribile miniera di soddisfazioni. Giornata memorabile, avevo ragione, no?

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