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Il confine del vintage si è molto avvicinato al presente. Ormai sono già vintage gli anni Ottanta e Novanta e le serie televisive ci pescano a piene mani, soprattutto quelle di Netflix, che sa di avere tra chi è stato giovane in quei due decenni la maggioranza dei clienti. Venerdì arriva l'ultima declinazione di questa moda: Everything Sucks!. Non siamo nell'ambito paranormale di Stranger Things e nemmeno nell'ambito della commedia nera come la britannica The End of the F***ing World. Qui si gioca soltanto sul leggero, con un prodotto che alla fine è un curioso mix di archetipi dell'epoca come La rivincita dei nerds, Schegge di follia o l'irriverente cartone animato Daria. Il succo della trama è tutto già nel titolo, un'espressione molto comune nello slang dei ragazzini Usa dell'epoca: fa tutto schifo!

Siamo nel 1996, in un liceo dell'Oregon (dal molto trasparente nome, per gli anglofoni, di Boring High School), all'inizio dell'anno scolastico. Tra tutti gli studenti i più disadattati e «sfottuti» sono quelli che frequentano il club teatrale e quello audiovisivo. Cercheranno il loro riscatto umano e quel minimo di felicità attraverso il videomaking, improbabili cotte e via dicendo. Tutto il gioco, come è tipico del genere è nel delineare i personaggi, le relazioni (anche tra i genitori dei ragazzini) e nel condire la serie col giusto numero di rimandi ai gadget d'epoca e citazioni filmiche. Il prodotto nell'insieme si annuncia gradevole. Però, ormai, la nicchia inizia a essere satura.

E diciamolo, per chi c'era, le Bmx ci avevano stufato già all'epoca, figuriamoci ora che non c'è serie che non ci regali una bella pedalata su quei trabiccoli.

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