Pyeongchang 2018

Il diario di Ninna / Che tristezza sciare nel deserto

Il diario di Ninna / Che tristezza sciare nel deserto

Caro diario, oggi voglio raccontarti quanto sia moscia questa Olimpiade vissuta dal parterre delle gare di sci alpino. Forse chi guarda in televisione non se ne rende conto, perché le telecamere evitano accuratamente di inquadrare le tribune vuote e perché dal divano di casa i rumori di sottofondo non si possono percepire, ma qui, dal vivo, tutto è reale e silenziosamente triste. Ieri ho provato a condividere queste mie impressioni con qualche atleta e scoperto che anche loro, per quanto concentrati sulle linee, la tecnica, i materiali e i tempi, sentono chiaramente questa freddezza dell'ambiente e un po' ne sono infastiditi. Tanto più considerando che in altre sedi di gara, in particolare i palazzetti del ghiaccio e il centro di snowboard e freestyle, il pubblico fa la coda per entrare.

Un discesista francese per la prima volta ai Giochi mi ha fatto riedere raccontandomi di come, appena vista la tribuna in fondo alla pista di discesa e superG, abbia pensato a quanto fosse piccola per una gara olimpica. Con ancora negli occhi le folle di Wengen, Kitzbühel e Garmisch, è poi rimasto a bocca aperta quando, tagliando il traguardo della discesa giovedì e del superG ieri, ha guardato in su e visto che invece erano enormi, piene solo di sedili di plastica vuoti.

A guardare le tre gare veloci del programma maschile, con campionissimi come Hirscher e Svindal a giocarsi la vittoria, c'erano al massimo cinquecento persone. Certo, le restrizioni sui bagagli non permettono il trasporto degli striscioni o dei campanacci e delle trombe che animano e colorano i parterre delle gare di coppa del mondo, ma il problema non è tanto la mancanza del tipico corredo dei tifosi, il problema è proprio la mancanza dei tifosi, in particolare coreani, non pervenuti alle gare di sci alpino come detto, ma anche di fondo, salto e biathlon, proprio quelle che nella vecchia Europa attirano decine di migliaia di appassionati.

Qui, nell'Asia moderna che vuole scimmiottare gli americani, vanno invece forte le discipline nate di recente per attirare i giovani sulla neve e sul ghiaccio: salti, capriole per aria e contatto fisico. De gustibus

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