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De Luca jr e gli affari con la camorra: spunta un altro video

Ma il governatore campano: «Vogliono solo ricattarci». E Di Maio: «Via i rifiuti politici»

De Luca jr e gli affari con la camorra: spunta un altro video

Roma Monnezza e mazzette. C'è un nuovo video che mostra la presunta disponibilità dell'assessore comunale di Salerno, Roberto De Luca, figlio del governatore Pd della Campania, e di alcuni suoi collaboratori, ad intascare tangenti sull'appalto per lo smaltimento dei rifiuti della regione.

Si tratta di 13 minuti pubblicati dal quotidiano on line Fanpage.it che hanno convinto la Procura di Napoli ad iscrivere De Luca junior nel registro degli indagati con l'accusa di corruzione e che rischiano di gettare, a pochi giorni dal voto, un'ombra pesante su tutto il sistema politico del governatore campano. Durante il video, girato in uno studio professionale, si vedono De Luca jr e l'ex boss della camorra Nunzio Perrella - il primo pentito che negli anni '90 ha svelato come si facevano affari con l'immondizia in Campania e come venivano trattati i rifiuti tossici - parlare dello smaltimento delle ecoballe e di come partecipare agli appalti regionali. Sarebbe stato proprio Perrella, che per anni ha gestito il traffico di immondizia in tutta Italia, a proporsi a Fanpage.it come «infiltrato» per documentare il sistema di corruttela presente in questo settore dopo aver fatto circolare la voce di un suo ritorno nel business.

C'è poi un terzo personaggio, Francesco Colletta, conosciuto come Igor, che si presenta a Perrella come ex carabiniere e «socio d'affari di Vincenzo De Luca». Sarà lui ad organizzare l'incontro, avvenuto lo scorso 7 febbraio a Salerno, tra Perrella, che registra tutto con una telecamera nascosta, e De Luca jr. L'ex boss si muove come un vero e proprio agente provocatore, racconta cosa fa la sua azienda, quanti dipendenti ha, spiega dove e come manda i rifiuti, svela i suoi piani per vincere la gara per lo smaltimento della spazzatura. Dopo l'incontro Perrella ricontatta Colletta per parlare delle «percentuali» che avrebbe dovuto pagare alla politica e questi gli spiega che la quota da versare ai politici è «del 10-15 per cento». L'ex boss insiste per sapere se quella percentuale è «comprensiva anche di Roberto (De Luca, ndr)», ricevendo sempre risposta positiva da Colletta.

Giovedì i magistrati hanno fatto perquisire l'abitazione e lo studio di De Luca jr, che si è difeso da quelli che ritiene «attacchi politici e strumentali» invitando i pm ad andare a fondo nella certezza che tutto verrà chiarito. Anche il padre si è fatto sentire: «Siamo impegnati - ha detto il governatore - in un lavoro gigantesco e quando fai queste riforme i contraccolpi ci sono. Ma andremo avanti a carro armato. Mettiamo in conto resistenze, sabotaggi, persino operazioni, nelle ultime ore addirittura di uso di camorristi per ricattarci». La bufera non è solo giudiziaria, ma soprattutto politica. I Cinque Stelle in Consiglio regionale sono pronti a presentare «una mozione di sfiducia nei confronti di De Luca».

E il candidato premier Luigi Di Maio dice di voler «chiedere le dimissioni di questi rifiuti politici».

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