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L'incredibile sorpresa di Ester Un oro nato sullo snowboard

La Ledecka, prima per un centesimo, in Corea gareggia in due sport. Beffa per la Veith. Azzurre, che rimpianti

Maria Rosa Quario

PyeongChang Questa gara di superG ce la ricorderemo a lungo. Per gli errori di Lindsey Vonn e Sofia Goggia, che hanno rinnovato la loro sfida in parallelo ma sulla strada sbagliata, per le lacrime di Anna Veith e Lara Gut, che hanno pianto per motivi ben diversi, per la delusione di Johanna Schnarf, quinta, e di Federica Brignone, sesta, ma soprattutto per la storia incredibile scritta da Ester Ledecka. Un nome che fino a ieri il mondo dello sci alpino non conosceva, o meglio non considerava, perché lei veniva da un altro mondo, quello dello snowboard, da sempre il fratello diverso, da osteggiare e regolamentare sulle piste dei turisti, da snobbare nel mondo dell'agonismo, perché «quelli forti siamo noi» e, diciamo la verità sperando di non offendere nessuno, in molti casi è proprio così, perché chi si dedica allo snowboard agonistico vecchio stile (non quello del cross e del freestyle, nati molto dopo) è spesso un ex sciatore che non riuscendo a sfondare di qua è passato di là.

E' il caso anche di Ester, la potente ragazzona della Repubblica Ceca nata e cresciuta a Liberec (ora vive a Praga) che da bambina faceva la sciatrice e che poi, vedendo che i risultati non arrivavano, ha cominciato a dedicarsi molto più seriamente allo snowboard, dove in pochi anni è diventata la numero 1 nella specialità di gigante e slalom parallelo. Ma non le bastava, no, e l'amore per i due sci, che non aveva mai abbandonato del tutto, nel 2015 le ha fatto venire una folle idea. Perché non provare, ai Giochi coreani del 2018, a diventare la prima della storia a gareggiare in due sport diversi, sci alpino e snowboard? Già, perché no? Con la tavola ai piedi vincere non è un problema, nello sci invece ce ne sono tante che vanno molto più forte, ma non è il caso di scoraggiarsi, bisogna solo insistere. E lei lo fa, dividendosi equamente fra le due discipline: allenamenti durissimi, tempo libero zero e, in estate, un po' di windsurf e sci d'acqua per staccare.

C'è e c'è sempre stato tanto sport nella vita di Ester, che ha come idoli il nonno Jan Klapac, due volte sul podio olimpico nella squadra cecoslovacca di hockey su ghiaccio, e Marcel Hirscher, con il quale condivide la marca di sci, la stessa con cui vince, quasi sempre, anche la Shiffrin. Proprio di Mikaela sono gli sci che Ester ha ai piedi quando con il pettorale numero 26 esce dal cancelletto del superG olimpico. Più giù, in zona traguardo, si sta già festeggiando il podio con Anna Veith, commossa, Tina Weirather e Lara Gut, disperata quando Tina le era finita davanti per un solo centesimo. Ma attenzione, lo speaker alza la voce, c'è Ester Ledecka in pista, al secondo intermedio ha 18/100 di vantaggio sulla Veith, si riducono a 4 al terzo, eccola all'ultimo salto, è arretrata, scomposta, si salva, taglia la linea Prima! 1'2111, la Veith è un centesimo dietro, battuta. Ester guarda il tabellone e resta impietrita: «Aspettavo che correggessero il mio tempo, che mi aggiungessero due secondi». Resta impietrita anche Anna Veith, il sorriso le si gela sulla bocca, poi si riprende e applaude Ester, la nuova campionessa olimpica di superG che nelle otto gare disputate in coppa finora non era mai entrata nelle prime 15. E se Anna incassa il colpo con classe, Lara Gut realizza perché quel centesimo di differenza fra lei e Weirather le aveva fatto tanto male: valeva la medaglia. Che legnata!

Ester intanto dà spettacolo in conferenza e molti si godono la bella storia. Ma per le sciatrici e in generale per il mondo dello sci alpino quello di oggi è stato uno smacco che farà storia, altro che bella storia!

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