Cronache

La lettera virale della prof alla Fedeli: "Ministro, non parli di cose serie"

Su Facebook sta diventando virale il messaggio di un'insegnante al ministro: "Tu vuoi parlare solo di cellulari ma qui i genitori ci menano e non si può più insegnare"

La lettera virale della prof alla Fedeli: "Ministro, non parli di cose serie"

Altro che "Buona scuola". A giudicare dalla lettera scritta da una professoressa al ministro della Pubblica istruzione Valeria Fedeli, diventata virale in questo ore su Facebook, lo stato d'animo del corpo docente italiano è tutt'altro che soddisfatto.

"Cara Valeria - si legge nella missiva rilanciata dal sito OggiScuola - scusa se ti do del tu ma in sala insegnanti si usa così. Volevo parlarti del cellulare, quello che sembra diventato il principale problema del sistema scolastico italiano. Se vuoi, basta chiedere e possiamo parlare anche di cose serie, ma tu vuoi parlare di cellulari e parliamo di quelli."

Alcuni studenti, racconta la professoressa che preferisce restare anonima, "riescono a seguire l'intera seconda serie di Narcos" durante le lezioni di geografia. Certo, ammette ironica l'insegnante, il cellulare è utile perché si possono condividere materiali didattici con tutti gli studenti; peccato che poi la metà degli alunni perdano la password per accedere ai link e tutto lo sforzo fatto venga vanificato. Ma soprattutto peccato che i problemi della scuola siano ben altri.

A partire dai casi, sempre più numerosi, di genitori che diventano violenti contro gli insegnanti "rei" di sgridare i figli indisciplinati o negligenti.

"Valeria, vedi che seguiamo le linee guida - si legge nella conclusione della lettera al ministro - Va tutto benissimo. Se poi, nei venti giorni che ti restano sulla poltrona, volessi prendere atto del fatto che a scuola non si riesce più a fare niente, che spiegare non si può, dare i voti nemmeno, rimproverare è abuso dei mezzi di correzione, i genitori ce menano, gli alunni ce menano, i termosifoni si guastano (...) Ah, e se in prima elementare si potesse tornare a fare le aste, ecco.

Io ripartirei da lì".

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