Economia

La Borsa punta sul piano e Telecom sale del 3%

Gli analisti alzano le stime in vista dei tagli e dello scorporo della rete. Il fattore Open Fiber

La Borsa punta sul piano e Telecom sale del 3%

Maddalena Camera

Telecom Italia è salita ieri in Borsa del 3,1% a 0,71 euro. L'appuntamento del 6 marzo, con i conti 2017 e la presentazione del piano 2018-2020 firmato dall'ad Amos Genish, è atteso degli investitori che aspettano buone indicazioni per il business domestico e il possibile annuncio sullo scorporo della rete. Tanto che gli analisti di Mediobanca hanno confermato il giudizio «outperform» sul titolo. Tra i più ottimismi Merril Lynch con prezzo obiettivo a 1,60 euro, più del doppio rispetto all'attuale: il nuovo piano potrebbe aggiungere valore per 0,69 euro, tra spin-off della rete (0,58 euro) e risparmi di costi dagli annunciati esuberi (0,09 euro). l mercato si attende poi che nel quarto trimestre 2017 l'ebita domestico di Tim sia cresciuto di oltre il 2,5%.

Di mezzo ci sono anche speculazioni sulle difficoltà che sta incontrando Open Fiber, la società per la rete in fibra di Enel e Cdp. Mediobanca ha sottolineato in un report che «il processo di implementazione della rete è più lungo del previsto». A oggi ci sarebbero infatti 1,9 milioni di case dove la fibra di Open Fiber è pronta per essere attivata. Ma 1,2 sono state comperate da Metroweb, quindi, in due anni, Open Fiber ha cablato 700mila case mentre il piano presentato da Enel a Londra parlava di 7,5 milioni di case entro il 2020.

Nelle sale operative si pensa poi che il rimbalzo di Telecom in Borsa sia stato alimentato dalle difficoltà del concorrente, sottolineate dai ricorsi fatti da Fastweb e Tiscali all'Antitrust per presunti disservizi di Open Fiber che riguardano principalmente ritardi nell'attivazione delle linee. Secondo Open Fiber, però, gli attacchi sono strumentali. «La tempistica coincide con le divergenze riscontrate sui tavoli negoziali per l'affitto della nostra rete con entrambi gli operatori - ha spiegato la società in un comunicato- I volumi delle giacenze sono fisiologici e, comunque, non esclusivamente imputabili ad Open Fiber. Il tenore e la contestualità degli attacchi fanno supporre un tentativo di indebolire la nostra credibilità e quindi di ostacolare l'affermazione sul mercato di un operatore alternativo». Open Fiber promette battaglia anche legale ma a questo punto l'auspicata unione, da parte del governo, della rete in fibra di Telecom e di quella di Open Fiber potrebbe essere una soluzione gradita da entrambe le parti.

L'accordo rimedierebbe alle scelte dell'ex governo Renzi che ha di fatto obbligato Enel a creare una società per la rete, creando un «doppione» della rete Telecom.

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