Cronache

Corona torna libero dopo 16 mesi: "Sono incazzato, bastavano 16 giorni"

Lascia San Vittore, ad attenderlo la fidanzata

Corona torna libero dopo 16 mesi: "Sono incazzato, bastavano 16 giorni"

Milano - Felpa rossa, bermuda, sigaretta tra le labbra: così Fabrizio Corona si lascia alle spalle il portone di San Vittore. Nel primo pomeriggio di ieri l'ex fotografo dei vip è uscito dal carcere. Il Tribunale di sorveglianza di Milano gli ha infatti concesso l'affidamento terapeutico a una comunità di Limbiate, nel Milanese. La misura è stata decisa, su richiesta dei difensori Antonella Calcaterra e Luca Sirotti, in virtù del fatto che Corona è un ex tossicodipendente da cocaina.
L'ex re dei paparazzi era tornato in prigione nell'ottobre del 2016. A far saltare l'affidamento in prova allora erano stati i circa 1,7 milioni di euro non dichiarati e nascosti in un controsoffitto e in due cassette di sicurezza in Austria. Gli restano da scontare quattro anni di condanna. Ad aspettare Corona fuori dalla casa circondariale c'era la fidanzata Silvia Provvedi, i due si sono abbracciati e sono saliti in auto dove si trovava la gemella di Silvia, Giulia. L'ex fotografo non ha rilasciato dichiarazioni, anche perché i contatti con la stampa gli sono vietati dal giudice. Ma all'altro suo legale, l'avvocato Ivano Chiesa, ha detto: «Sono contento, ringrazio il magistrato. Ma sono anche incazzato per la fatica, perché ci sono voluti 16 mesi per ottenere ciò. Potevano bastare 16 giorni». Silvia Provvedi ha dichiarato: «Speravamo, ma non ce lo aspettavamo».
Corona potrà dormire nel proprio appartamento, ma potrà uscire solo per andare in comunità, dove resterà tutto il giorno e seguirà un percorso di recupero. La domenica dovrà rimanere in casa. Si tratta, spiega il suo legale, di un «affidamento terapeutico semiterritoriale». Il giudice gli ha inoltre vietato «di usare i social, di telefonare ad altre persone» che non siano i suoi avvocati e i familiari, «di rilasciare interviste e di diffondere immagini». Il difensore ha ribadito che il suo assistito «è un altro uomo, ha una maggiore consapevolezza e in questi anni ha pagato 8 milioni di euro di tasse». Il 27 marzo prossimo in un'udienza davanti al Tribunale di sorveglianza si discuterà la conferma della decisione di ieri, ma anche la richiesta della difesa di revocare la misura con cui i giudici mesi fa revocarono appunto l'affidamento in prova. «Corona - continua Chiesa - ha già scontato cinque anni e cinque mesi sugli otto anni e otto mesi di cumulo totale delle pene e se la Sorveglianza dovesse revocare quel provvedimento gli rimarrebbero da scontare due anni». Nel nuovo provvedimento il giudice Simone Luerti scrive che l'ex agente fotografico ha «una forte motivazione personale a intraprendere il percorso di cura» dalla dipendenza dalla cocaina e che il «tempo trascorso nell'ultima detenzione sembra aver dispiegato un effetto deterrente assai importante».

Aggiunge il giudice che «allo stato non sussiste il pericolo di fuga» e «all'esito di questo percorso faticoso», cioè gli ultimi 16 mesi in carcere, Corona ha «acquisito sufficiente consapevolezza per trarre tutto il beneficio per sé e per la propria famiglia di quell'effetto paradossale (e quindi positivo) della carcerazione», vale a dire la «interruzione di un'escalation (come scritto in una relazione, ndr) che avrebbe potuto avere un esito decisamente infausto».

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