Cronache

"Ma quali tasse. Io sono veneto. E da dieci anni non le pago"

Maurizio Mescalchin fa la guerra a erario e Gdf. Che hanno smesso di cercarlo

"Ma quali tasse. Io sono veneto. E da dieci anni non le pago"

Da dieci anni non paga le tasse. Un sogno per gli italiani. Eppure lui c'è riuscito. Maurizio Mescalchin, 58 anni, di professione artigiano edile, vive a Galta di Vigonovo, un comune di poco più di diecimila abitanti, in provincia di Venezia. Mescalchin lavora normalmente. Anzi, ha pure partita Iva ed emette fattura, ma dal 2008 non paga le tasse. Il motivo? Lui è cittadino dello Stato Veneto. E non italiano.

La sua casa è presidiata e sorvegliata come fosse una base militare. Qui per delimitare bene il territorio ha piantato un cartello con scritto: «Vietato l'accesso ai non autorizzati» e fuori sventola il gonfalone con il leone di San Marco. «Territorio dello Stato Veneto», lui definisce la sua proprietà. Fatto sta che per l'artigiano, l'Imu, la Tasi, la Tari, la Tarsu, l'Iva, l'Irpef e tutte quelle altre sigle che al resto d'Italia fanno divenire i capelli bianchi, per lui sono tanti bei ricordi da appendere al chiodo. Anzi da cinque anni nessun ente lo cerca più. Eppure lui esiste. C'è. Lavora. Pratica. Consuma. Per l'acqua si arrangia e per la luce compila un bollettino da cui toglie il canone Rai. Nessuno dei suoi beni è stato pignorato, compresa l'abitazione in cui vive, perché non esiste documentazione che attesti un suo possesso di un qualche bene. Solo un furgoncino ancora qualche anno fa, pignorato.

Ma lui non si era fatto intimorire, anzi non l'avevano intimorito nemmeno le ingenti cartelle esattoriali ricevute da parte dell'Agenzia delle entrate, da parte dell'Inail, Inps, e perfino Equitalia. Neppure la Guardia di finanza era riuscita a impaurirlo. Nel 2013 quando le Fiamme gialle si presentarono a casa sua, lui non le fece nemmeno entrare.

Insomma un osso duro, talmente duro da aver più volte ribadito che: casa sua non fa parte dello Stato italiano, lui è cittadino dello Stato Veneto e quindi lui le tasse non le paga. Anzi, secondo Mescalchin è lo Stato che deve dei soldi a lui. Mescalchin ce l'ha con lo Stato e il fisco italiano. E tutto è cominciato, appunto, nel 2008, quando l'artigiano ha chiuso la sua società edile e ha liquidato i suoi dieci dipendenti. Da allora non ha versato più un centesimo allo Stato.

«È lo Stato italiano a dovermi del denaro ha spiegato alla stampa locale - mi deve dare indietro i soldi finora versati durante la mia attività lavorativa, corrispondenti a 529mila euro. Non sono cittadino italiano e non riconosco le leggi italiane. Sono veneto e come tale non ho alcuna intenzione di pagare le tasse allo Stato italiano. Non voglio morire per colpa dello Stato, come ho visto succedere a molti miei amici imprenditori che si sono suicidati. Fino al 2007 ho sempre pagato regolarmente le tasse, poi mi sono accorto di avere sempre sbagliato. Rivoglio indietro quei soldi. Ora vivo meglio di prima. Quando vado dal medico o in ospedale mi curano gratuitamente e nessuno mi ha mai chiesto nulla. D'altronde, se curano gratuitamente gli immigrati, perché non dovrebbero curare anche me».

Insomma, paura zero e tasse anche. E le cartelle esattoriali da ottantamila, centonovantamila e duecentocinquantamila euro, finora pervenute assieme a quelle di Inail, Inps e tutto il resto? Beh, tra i rifiuti.

Gli stessi che lui non paga.

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