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Promozione-rimozione per Selmayr. L'anti italiano diventato troppo potente

Juncker nomina il suo ex capo di gabinetto segretario della Commissione

Promozione-rimozione per Selmayr. L'anti italiano diventato troppo potente

Roma - Talmente falco da mettere in imbarazzo i tedeschi meno inclini alla flessibilità. Personaggio controverso, finito sotto il tiro di un fronte bipartisan fatto di commissari, capi di governo ed euroburocrati per modi e toni sopra le righe. È Martin Selmayr, protagonista ieri di un importante rimpasto ai vertici della Commissione europea. Da capo di gabinetto del presidente dell'Esecutivo Jean Claude Juncker, a segretario generale della stessa Commissione. Ufficialmente una promozione che Juncker ha dovuto difendere dalle critiche che sono puntualmente arrivate. «Penso che Martin Selmayr abbia tutte le qualità», ha detto Juncker in una conferenza stampa convocata a sorpresa per annunciare la decisione.

Ieri a Bruxelles la nomina era la notizia del giorno. È già considerato l'uomo più forte della Commissione, il nuovo incarico dovrebbe dargli più potere. Senza contare che è tedesco e sulle istituzioni europee la presenza della Germania è già molto pesante. Juncker si è detto «stufo» di dover discutere sempre di questioni di bandiera. «Alla Commissione non abbiamo nazionalità. Abbiamo sensibilità nazionali che rispettiamo. Ma non ho mai chiesto i passaporto a nessuno. Selmayr è tedesco. Ma per me non è tedesco», ha detto il presidente della Commissione.

Dietro la decisione, in realtà ci sarebbero rapporti sempre più tesi tra Selmayr e lo stesso Juncker. Troppo potere concentrato in un solo uomo, per giunta gestito con grande disinvoltura.

Selmayr era finito alle cronache anche per una gaffe immortalata da un fotografo: un inchino molto pronunciato verso il premier inglese David Cameron.

In Italia fece notizia l'attacco che gli riservò il Partito democratico mentre Matteo Renzi era Presidente del consiglio. In un'interrogazione di un eurodeputato Pd, di fatto si accusò Selmayr di fornire informazioni riservate al governo tedesco di Angela Merkel.

Seguirono polemiche durissime. Durante una visita di Juncker a Renzi di quei giorni, a Palazzo Chigi lo ricordano seduto in prima fila davanti al premier italiano a braccia conserte, in una posa che era stata interpretata come un gesto di sfida.

Il potente euroburocrate non si è scrollato di dosso l'accusa di essere troppo filo tedesco, tanto che ieri il commissario responsabile dell'Amministrazione (anche lui tedesco), Guenther Oettinger, si è sentito in dovere di precisare che il nuovo segretario generale «non è un agente sotto copertura per il governo tedesco. Quasi l'opposto. Alcuni a Berlino pensano che non difenda la Germania, ma l'opposto». In effetti anche tra i tedeschi, in particolare quelli che fanno riferimento al Partito popolare europeo, Selmayr non gode più di buona stampa.

Troppo tedesco, verrebbe da dire.

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