Cronaca locale

Caso Lidl: condannati prete e dirigente comunale

Prime sentenze sulla vicenda delle infiltrazioni mafiose negli appalti, coinvolta Securpolice

Arrivano le prime condanne nella vicenda giudiziaria che lo scorso maggio aveva portato a 14 arresti e aveva fatto emergere un sistema di infiltrazioni mafiose, riconducibili alla cosca dei Laudani, negli appalti della Lidl e di Securpolice. Tra i condannati, un sacerdote, un'ex funzionaria comunale, dipendenti della Provincia e della Regione.

Ieri nel rito abbreviato davanti al gup Giusy Barbara è stato condannato a un anno e due mesi di carcere don Giuseppe Moscati, noto anche per le sue esibizioni canore a sfondo religioso. Moscati è accusato di avere emesso fatture false a due esponenti della presunta associazione a delinquere nella propria veste di amministratore unico delle Edizioni Musicali «Il Millennio», con sede a Roma. Avrebbe emesso fatture «per operazioni inesistenti per un ammontare di 12.200 euro» per consentire a una società, che avrebbe poi versato denaro a un dipendente «a libro paga» della Lidl, di evadere le imposte.

Sempre ieri è stata condannata a tre anni di carcere per corruzione l'ex funzionaria di Palazzo Marino Giovanna Afrone. Secondo la Procura, si sarebbe messa al servizio del presunto gruppo criminale, che avrebbe commesso reati tributari e tenuto rapporti con la cosca siciliana. Il giudice ha inoltre ratificato i patteggiamenti dell'ex dipendente della Provincia di Milano ed ex sindacalista, Domenico «Mimmo» Palmieri (3 anni e 4 mesi) e dell'ex dipendente della Regione, Orazio Elia (3 anni e 3 mesi). È stato poi rinviato a giudizio un ex funzionario Lidl, Simone Suriano. Con le sue decisioni su imputati con il rito abbreviato e sui patteggiamenti il gup ha accolto la tesi dell'accusa rappresentata dal pm della Dda Paolo Storari e ha anche mandato a processo l'ex vicepresidente del Foggia Calcio, Massimo Curci, coinvolto nel filone pugliese del procedimento. Sequestrati ai fini della confisca a suo carico quasi 20 milioni di euro. L'inchiesta Lidl-Securpolice è la stessa da cui sono emerse le intercettazioni che hanno messo nei guai il poi rimosso comandante dei vigili Antonio Barbato (mai indagato).

CBas

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