Cronache

Giovanna d'Arco meticcia. La nuova eroina di Francia scatena l'ira nazionalista

Mathilde, origini africane, rappresenterà la patrona. Il web: "Non ci riconosciamo"

Giovanna d'Arco meticcia. La nuova eroina di Francia scatena l'ira nazionalista

Ha sbaragliato altre 249 concorrenti. Ma come l'eroina di cui dovrà vestire i panni, con tanto di armatura, le tocca già combattere. Contro la montagna di critiche e commenti razzisti che le sono piovuti addosso dopo che è stata scelta, all'età di 17 anni, per rappresentare la Pulzella D'Orléans, la Giovanna d'Arco patrona di Francia, simbolo di coraggio e fede, donna che non si arrende mai e lotta per la libertà, venerata soprattutto dalla destra francese come esempio di resistenza e nazionalismo. Ma che - ed ecco l'oggetto della questione che ha scandalizzato un pezzo di Francia e scatenato un putiferio in Rete, specie fra la destra «identitaria» - nella nuova versione 2018, in occasione della 589esima festa in suo onore, non è bionda come l'ha liberamente rappresentata Milla Jovovich nel film di Luc Besson, ma è meticcia, di madre polacca e padre del Benin, Africa occidentale, pur essendo nata a Parigi e trasferitasi a Orléans quando aveva due anni.

Mathilde Edey Gamassou è stata selezionata tra le liceali della città della Loira, Nord della Francia, in cui l'eroina combattè per la riconquista dei territori occupati dagli inglesi che assediavano la città. Era il 1429 e la giovane contadina risollevò così le sorti della guerra dei cent'anni. Ora le toccherà risollevarsi dalle polemiche e dagli insulti. Perché contro la scelta della diciassettenne meticcia si è scatenato un terremoto che ha addirittura spinto la Procura di Orléans ad aprire un'inchiesta preliminare per «provocazione pubblica alla discriminazione e odio razziale», nel tentativo di identificare gli autori dei tweet più estremi «che richiedono chiaramente l'applicazione della legge penale» e rischiano fino a cinque anni di carcere. I toni dei commenti sulla decisione sono un misto di nazionalismo, difesa della identità e della storia, fino alle degenerazioni razziste tout court. «Giovanna d'Arco era bianca. Siamo bianchi e fieri di esserlo, non cambiate la nostra storia», scrive qualcuno. Altri denunciano una «propaganda a favore del meticciato», il «tentativo di trasformare la storia in un racconto in cui sarebbero gli arabi e i neri che hanno fatto la storia di Francia». E poi c'è chi si spinge al limite e paragona la giovane a un babbuino, accostando la sua immagine a un casco di banane.

Tanto che la vicenda costringe le autorità locali e nazionali a una presa di posizione netta. «Il colore della pelle non è un freno alla nostra scelta e non deve esserlo», spiega Bénédicte Baranger, presidente dell'Associazione Orléans Giovanna d'Arco, il comitato che l'ha selezionata. La ragazza - dicono - «risponde a tutti i nostri quattro criteri. È residente a Orléans da oltre dieci anni, studentessa di un liceo della città, è cattolica praticante e dedica gratuitamente il suo tempo agli altri».

Anche per questo ha ricevuto il sostegno del sindaco della città, Olivier Carré e della ministra incaricata delle Pari Opportunità, Marlène Schiappa, che ha condannato «l'odio razzista della fasciosfera» spiegando che «non ha posto nella Repubblica francese».

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