Economia

Pirelli macina 175 milioni di profitti E guarda anche alla mobilità elettrica

Il giro d'affari sale a 5,3 miliardi (+7,6%), ma la Borsa è tiepida

Cinzia Meoni

Pirelli chiude il 2017 in linea con le attese e indica un 2018 in crescita. Ma Piazza Affari è tiepida di fronte alle indicazioni emerse con il primo bilancio dal ritorno in Borsa del gruppo, e il titolo termina la seduta invariato a 7,49 euro (6,5 euro il collocamento).

«I risultati 2017 confermano il solido andamento della redditività e la forte generazione di cassa», ha detto Marco Tronchetti Provera, vicepresidente esecutivo e ad del gruppo aprendo la conferenza telefonica. La società ha registrato un giro d'affari di 5,35 miliardi in aumento del 7,6% rispetto al 2016, un utile operativo rettificato e «ante costi di start up» di 926,6 milioni (+9,7% rispetto al 2016), un utile netto delle attività correnti di 263,3 milioni (+60% sul 2016) e un utile netto di 175,7 milioni (dai 147,6 del 2016).

In miglioramento la posizione finanziaria netta: il debito si è attestato a 3,21 miliardi dai 4,9 miliardi del 2016. A sostenere i conti sono stati soprattutto Europa (che pesa per il 42% del giro d'affari), Nord America (18%) e Asia-Pacifico (15%), tutti mercati in cui sta migliorando il mix di prodotto a favore delle gomme ad alto valore aggiunto. Nel 2018 Pirelli si concentrerà sempre di più sul redditizio segmento premium che rappresenterà il 60% delle vendite (dal 57,5%) e l'83% dell'utile operativo. Il gruppo prevede di chiudere l'anno con i ricavi in crescita almeno del 6% (+10% se si esclude l'effetto cambi) e un utile operativo rettificato e ante costi di start up superiore a un miliardo. In miglioramento anche la posizione finanziaria: il rapporto tra debito netto e il margine operativo lordo rettificato è stimato in calo a 2,3 (dal 2,7 attuale).

Per i prossimi mesi il top management ha poi parlato dell'accelerazione nella omologazione di progetti, delle 13 linee di nuovi prodotti attese entro il 2020 (dopo le 5 dello scorso anno), e dell'espansione dei punti di vendita. Nel futuro della Bicocca ci sono poi progetti di sviluppo di pneumatici per le auto elettriche «con costruttori globali e brand cinesi innovativi del settore», l'ingresso nel segmento delle bici elettriche e le prospettive degli pneumatici «intelligenti» (a quanto pare è in fase di valutazione l'adozione di prodotti Cybor della gamma Pirelli per il primo equipaggiamento da parte di alcuni costruttori).

Nessuna indicazione invece sui tempi previsti per la scissione di Marco Polo, il veicolo a cui fa capo il 63,11% di Pirelli. L'operazione porterebbe all'attribuzione diretta delle azioni agli azionisti (tra cui i cinesi di ChemChina al 45,5%).

Per Equita «questo passaggio porterebbe alla probabile uscita dei soci russi di Lti (6,2%) a cui scade il lock-up» a inizio aprile.

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