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Roma, antagonisti contro la chiusura della campagna elettorale di CasaPound

CasaPound Italia oggi chiude la campagna elettorale a Roma ma gli antifascisti annunciano una contro-manifestazione non autorizzata

Roma, antagonisti contro la chiusura della campagna elettorale di CasaPound

CasaPound Italia e antagonisti divisi da appena 400 metri. Questo è lo scenario esplosivo che si potrebbe venire a creare anche a Roma dove, oggi, si consumano gli ultimi scampoli di una campagna elettorale incendiaria.

Tra i leader dei partiti in corsa che hanno scelto la Capitale per il comizio finale c’è anche Simone Di Stefano, candidato premier di CasaPound Italia. Parlerà oggi pomeriggio alle 17 in piazza della Rotonda, al Pantheon, davanti ad una folla di circa un migliaio militanti accorsi da tutta Italia. E anche stavolta le frange più barricadere dell’antifascimo militante sembrano intenzionate a mettergli i bastoni tra le ruote. I movimenti antagonisti, supportati da quelli per il diritto alla casa e dal collettivo universitario “Sapienza clandestina”, si sono dati appuntamento alla stessa ora in piazza di Largo Argentina, a pochi passi dal Pantheon.

“Giovedì primo marzo, a Roma, ci saranno tutte le forze politiche che daranno vita alle kermesse di chiusura della campagna elettorale”, si legge sul portale di informazione antagonista Infoaut.org. “Durante questa parata finale – prosegue il dispaccio – CasaPound si vuole prendere una piazza” e “vuole continuare a sputare odio, pronta ad allearsi con Salvini e Meloni, sentendosi completamente legittimata a farlo in una delle zone più centrali della nostra città, tutelata da uno Stato che fa della tolleranza agli intolleranti l’unica risposta alla mobilitazione popolare”. Le parole d’ordine sono “CasaPound not welcome”. Così “i figli e le figli di chi ha dato la vita per liberare questo paese dal fascismo” sono chiamati a raccolta per manifestare “contro ogni fascismo, contro ogni razzismo, contro ogni sessismo”.

Dopo l’escalation di violenza antifascista che, da Nord a Sud, ha tormento la Penisola in queste concitate settimane di campagna elettorale, ecco l’ennesima mobilitazione che rischia di degenerare. L’ennesima manifestazione non autorizzata che andrà in scena a poche ore di distanza dal brutale pestaggio di un attivista di CasaPound Italia Livorno. Tutto questo in barba ai divieti della Questura di Roma che dal 28 febbraio al 4 marzo ha limitato le manifestazioni all’aperto nella cosiddetta “green zone” del centro storico della Capitale.

E Simone Di Stefano chiede al ministro Minniti di intervenire perché “gesti vigliacchi come questi, o come quelli di Torino, Piacenza, Palermo, non fanno altro che rendere plasticamente evidente qual è la verità storica del periodo in cui ci stiamo trovando a vivere: un movimento come CasaPound che si organizza, si impegna, si presenta alle elezioni e cerca di cambiare il mondo facendo politica e una massa di vecchi partiti che, pur di mantenere il loro posto alla guida del paese, cedono al ricatto dei violenti”.

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