Strage in Famiglia

Più rigore con chi indossa una divisa

Più  rigore con chi indossa una divisa

La strage di Latina fa riflettere. La cronaca racconta diversi casi di delitti famigliari, dove una separazione inaccettabile per un coniuge e la sua patologica gelosia spingono a uccidere. Da tempo ormai, le potenziali vittime, donne per la stragrande maggioranza, sono esortate a denunciare minacce, aggressioni e stalking. Non sempre accade e non sempre i soggetti deboli riescono a superare queste situazioni insostenibili. Ma il caso dell'appuntato dei carabinieri Luigi Capasso appare assai più grave. In primo luogo perché non solo ha sfogato la sua violenta frustrazione, dettata da una conclamata instabilità psicologica, sulla moglie Antonietta Gargiulo, ma ha anche trucidato nel sonno le sue due bambine. Il secondo motivo è che a compiere questa sanguinosa e inaccettabile azione è stato un milite dell'Arma. Giornali e tv in questi giorni hanno raccontato la vita della famiglia Capasso, la fine di un'unione, le minacce e le aggressioni alla moglie da parte del carabiniere che non voleva accettare di vivere senza la sua famiglia. Sono venute alla luce gli esposti presentati da Antonietta Capasso alla polizia, in cui raccontava i comportamenti del marito. Esposti mai finiti in denunce perché la donna, che provava ancora compassione per il marito, non voleva fargli perdere il lavoro. E lo scorso gennaio, ascoltata nel commissariato di Cisterna, aveva pure dichiarato di essere terrorizzata. Non c'erano già tutti i segnali che questa storia avrebbe preso una tragica piega? Perché non è scattata subito la protezione della donna e delle figlie? L'Arma aveva offerto a Capasso un sostegno psicologico per superare la separazione ma lui rifiutò, dicendo di avere già aiuto dal suo psicologo. Per questo era stato obbligato a sottoporsi a una visita medica. La commissione che lo ha esaminato gli diede otto giorni di riposo, dichiarandolo idoneo al servizio. Come mai è stata sottovalutata la sua pericolosità? Antonietta Gargiulo aveva parlato con il comandante dei Carabinieri di Velletri, raccontando la condotta del marito, e anche con gli assistenti sociali per tutelare le figlie. Tutti le avevano consigliato di tenerle lontano da lui. Ma il problema, semmai, era tenere lontano Capasso dalla moglie e dalle figlie. Quando si parla di istituzioni, siano le forze dell'ordine siano gli insegnanti, come il caso della maestra antagonista di Torino, servirebbe una selezione più serrata all'inizio e un controllo approfondito e periodico in seguito.

Forse certe tragedie, almeno in questo ambito, potrebbero essere prevenute.

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