Cultura e Spettacoli

I libri di Mughini. Come mettere sugli scaffali il '900 italiano

I libri di Mughini. Come mettere sugli scaffali il '900 italiano

Luigi Mascheroni

Oggi un libro - al netto dei titoli dei bestselleristi, da Paolo Giordano a Antonino Cannavacciuolo passando per qualche giallista - viene stampato in tre-cinquemila copie, massimo dieci, sperando in una seconda edizione come un successo assoluto. Per dire a che punto, molto basso, è l'editoria italiana (e i livelli di lettura in Italia). E se i libri appassionano poco, immaginiamoci un libro sui libri... Eppure c'è ancora qualcuno che ci crede, come Giampiero Mughini, uomo innamorato del Bello e quindi anche dei bei libri, e il suo editore. Tanto da scagliarsi come «una disperata carica di cavalleria» contro le armate digitali che ci circondano - ebook, iPad e smartphone - e pubblicare un'anacronistica esaltazione della lettura materiale, cartacea, feticistica: Che profumo quei libri. La biblioteca ideale di un figlio del Novecento (Bompiani).

Eccolo, il libro sui libri che ci consola. È una cavalcata lungo il nostro '900 attraverso la letteratura (dalle prime edizioni autofinanziate di Svevo a Michele Mari), l'editoria (fra rarità, aneddoti e miracoli), la politica (ad esempio il '77 e la contestazione, anni di piombo e del piombo, violenti eppure creativi come pochi altri per parole e immagini), e poi grafica, moda, arte design e fotografia (settori per i quali l'autore ha un'inclinazione pericolosa). Ecco cos'è il libro di Giampiero Mughini, entusiasta e implacabile collezionista di volumi impossibili, testi rari, edizioni uniche, cataloghi introvabili: è la sua biblioteca personale e insieme una possibile lettura del '900. Anche senza leggerli (basta raccontarli attraverso l'autore, la copertina, la fortuna, i fallimenti) i libri insegnano moltissimo. La storia del Ventennio passa anche da una rivista di estetica come Campo Grafico, alla faccia del provincialismo sempre imputato al fascismo. La Milano degli anni '60 e la dignità letteraria del genere «giallo» passa anche dai tascabili di Giorgio Scerbanenco. La storia del costume passa anche dal successo di popolo che ebbe l'Emmanuelle della Arsan, romanzo erotico di culto con in appendice una sterminata cinematografia porno-soft. E il Settantasette&dintorni passa anche dalla biografia e dai fumetti di Andrea Pazienza, o da un rarissimo libricino, collage di testi volanti e pensieri del tempo, come Di/versi di Gandalf il Viola. Un volumetto da niente, eppure che fece così tanto.

È lo strano destino di certi libri.

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