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Boicottaggio ai Mondiali e sanzioni: le opzioni di Londra

Misure economiche contro gli oligarchi vicini allo «Zar». E il clamoroso no sul calcio

Boicottaggio ai Mondiali e sanzioni: le opzioni di Londra

Theresa May ha minacciato la Russia di dure sanzioni se entro oggi non farà chiarezza sul caso Skripal. In mancanza di risposte soddisfacenti, la premier britannica ha anticipato che una nuova riunione della Camera dei Comuni sarà tenuta oggi per valutare misure di ritorsione. Ma quali potrebbero essere queste misure?

Nei giorni scorsi si è molto parlato di un boicottaggio della Coppa del mondo di calcio, che quest'anno si disputerà in Russia tra giugno e luglio. Un evento di grande prestigio internazionale al quale il presidente russo Putin attribuisce importanza simbolica. Già il giorno stesso dell'attacco di Salisbury, il ministro degli Esteri britannico Boris Johnson aveva suggerito di ritirare la squadra inglese dalla competizione, e questa opzione è tuttora sul tavolo, anche se ne viene considerata una versione meno estrema che consisterebbe nel ritiro di ogni rappresentanza ufficiale britannica e nel chiedere di fare altrettanto a una serie di Paesi alleati del Regno Unito: tra quelli qualificati ai Mondiali vengono nominati l'Australia, la Polonia e il Giappone.

C'è poi un capitolo politico e diplomatico: diplomatici russi e spie di Mosca verrebbero espulsi immediatamente dal Regno Unito, mentre agli oligarchi russi legati al Cremlino trapiantati in lussuose magioni a Londra e dintorni verrebbe revocato il permesso di residenza. A livello europeo, Londra cercherebbe di coordinare una condanna comune della Russia con Francia, Germania e altri Paesi. Si spera anche di poter coinvolgere Washington.

Molto importante potrebbe rivelarsi il capitolo delle sanzioni economiche. Colpire dal punto di vista finanziario Putin personalmente e una serie di figure di primo piano a lui vicine potrebbe rivelarsi per loro particolarmente spiacevole. Con l'inasprimento di leggi del tipo «Magnitsky Act» intese a colpire i violatori dei diritti umani, conti in banca e altre disponibilità finanziarie potrebbero essere congelati, beni immobili sequestrati.

Sul piano militare, Londra pensa a una risposta simbolica: il rafforzamento del suo contingente in ambito Nato nell'Europa orientale, ma anche un'azione di pressione sugli alleati per rinforzare il dispositivo militare occidentale ai confini russi.

C'è infine il tema Russia Today. L'emittente televisiva satellitare di proprietà dello Stato russo è notoriamente uno strumento di propaganda del Cremlino. I parlamentari laburisti si rifiutano di comparirvi, e il ministro delle Finanze ombra John McDonnell suggerisce ora al governo di boicottarla. Il presidente della Commissione Affari Esteri della Camera dei Comuni, Tom Tugendhat, dice senza mezzi termini che «è arrivato il momento di colpire duro Russia Today.

La Ofcom (l'autorità che regola le società di comunicazione nel Regno Unito, ndr) dovrebbe accertare se sia una rete che trasmette notizie o qualcos'altro».

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