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Morto Luigi Necco, storico volto del 90° Minuto

Il noto giornalista sportivo avrebbe compiuto 84 anni il prossimo 8 maggio. Celebri le sue battute ironiche al 90° Minuto dopo le vittorie del Napoli di Maradona

Morto Luigi Necco, storico volto del 90° Minuto

Il mondo del calcio piange la morte di Luigi Necco, 84 anni, storico volto del 90° Minuto negli anni in cui il Napoli di Maradona dominava sui campi d'Italia conquistando ben due scudetti. Il giornalista si è spento all'ospedale Cardarelli della città del Vesuvio a causa di una grave insufficienza respiratoria.

Nato a Napoli l'8 maggio 1934, iniziò il cammino nel mondo del giornalismo quando ancora studiava all'università, vergando articoli per il Corriere di Napoli. Entrò successivamente alla Rai nella redazione partenopea, leggendo il radiogiornale. In seguito passò alla tv. Conquistò la fama come telecronista delle partite del Napoli, lavoro che svolse ininterrottamente dal 1978 al 1993, nel rotocalco sportivo della domenica pomeriggio condotto da Paolo Valenti.

Celebri alcune battute ironiche con cui era solito chiudere i collegamenti dal San Paolo: "Milano chiama, Napoli risponde", oppure quando salutava mostrando la mano con le dita che indicavano i gol segnati dal Napoli. Un'altra battuta famosa la pronunciò durante i Mondiali di calcio in Messico, nel 1986, quando il campione argentino Diego Maradona segnò all'Inghilterra un incredbile gol con la mano: "La mano de Dios o la cabeza de Maradona" (La mano di Dio o la testa di Maradona). El Pibe gli rispose in questo modo: "Las dos" (Tutte e due).

Il 29 novembre 1981 Necco fu vittima di un attacco da parte della camorra: il 29 novembre del 1981 tre uomini inviati da Vincenzo Casillo (detto 'O Nirone, luogotenente del boss Raffaele Cutolo) lo gambizzarono in un ristorante vicino ad Avellino. Il motivo? Necco l'anno precedente aveva raccontato in Rai che l'allora presidente dell'Avellino calcio, Antonio Sibilia, era andato a una delle udienze del processo a Cutolo (allora imputato) in compagnia del calciatore brasiliano Juary, asso dei biancoverdi; durante una pausa, Sibilia aveva salutato il boss con tre baci sulla guancia e gli aveva persino consegnato una medaglia d'oro per mano di Juary con la scritta "A Raffaele Cutolo dall'Avellino calcio", squadra di cui era accanito tifoso.

Lasciata la Rai Necco passò prima a Mediaset, lavorando con Maurizio Costanzo come inviato dai campi per "Buona Domenica", poi all'emittente locale Canale 9 dove curò per diversi anni la trasmissione satirica "L'emigrante", raccontando con ironia la cronaca cittadina e i problemi della città di Napoli.

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