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Follia dei giudici contabili: "Berlusconi paghi i danni per la caduta di Prodi"

La Corte dei conti: deve risarcire l'Italia per il cambio di campo di De Gregorio (due anni prima)

Follia dei giudici contabili: "Berlusconi paghi i danni per la caduta di Prodi"

Per mandare a casa il governo Prodi, il 24 gennaio 2008, ci si misero in tanti: quasi tutti fino a quel momento suoi alleati, da Clemente Mastella (Udeur) a Lamberto Dini a Franco Turigliatto (Rifondazione), che in Senato votarono la sfiducia al governo causandone la caduta. Ma ora la Corte dei Conti del Lazio chiede i (presunti) danni di quella crisi di governo all'uomo che era allora il leader dell'opposizione, e che dopo le elezioni anticipate prese il posto di Prodi a Palazzo Chigi: Silvio Berlusconi. Assolutamente inedita l'accusa: facendo dimettere Prodi, Berlusconi avrebbe causato un rilevante danno di immagine all'Italia, dimostrato dal successivo innalzamento dello spread sui nostri titoli di Stato.

É la prima volta che un leader politico si vede citare in giudizio per avere voluto andare al governo. Al Cavaliere i magistrati contabili rimproverano in particolare di avere fatto transitare nelle file dell'opposizione il senatore dell'Italia dei Valori Sergio De Gregorio, che in seguito venne incriminato per un finanziamento di tre milioni ricevuto da Berlusconi. Anche il Cavaliere finì sotto processo, venne condannato in primo grado e prosciolto per prescrizione in appello: ma contro questa sentenza i suoi legali hanno presentato ricorso in Cassazione per chiedere la piena assoluzione, e l'udienza non è stata ancora fissata. Penalmente parlando, il caso dunque è ancora del tutto aperto. Ma senza aspettarne l'esito, la Procura regionale del Lazio della Corte dei conti ha aperto un fascicolo, la cui esistenza è stata rivelata ieri da Il Tempo, con al centro un rapporto commissionato alla Guardia di finanza sull'andamento dello spread nel periodo del cambio di governo: il differenziale subì un brusco innalzamento, passando dal 43,3 del gennaio 2008 al 522,8 degli ultimi mesi del governo Berlusconi. Per la Procura regionale fu tutta colpa della perdita di credibilità internazionale dell'Italia causata dal cambio della guardia a Palazzo Chigi. E poiché tra i voti che fecero cadere Prodi ci fu quello di De Gregorio, i tre milioni di finanziamento versati al senatore dell'Idv sono una sorta di corpo del reato, che la Procura vuole chiedere a Berlusconi di restituire (raddoppiati, come sanzione).

La situazione in realtà è piuttosto surreale, perché il voto di De Gregorio non fu decisivo: il governo Prodi venne bocciato con cinque voti di scarto, 161 no e 156 sì. Il peso maggiore lo ebbe il passaggio all'opposizione del gruppo parlamentare dell'Udeur, innescato da un'altra inchiesta giudiziaria: quella, poi finita in nulla, contro il suo leader Clemente Mastella, dimesso da ministro dopo l'arresto di sua moglie Sandra.

Ma non risulta che la Corte dei Conti abbia chiesto i danni né a Mastella né al pm che lo aveva incriminato ingiustamente.

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