Cultura e Spettacoli

Il direttore James Levine licenziato per molestie

Piera Anna Franini

Prima sospeso. Poi tre mesi di investigazione. Ora la sentenza definitiva: date le «evidenze credibili di molestie sessuali ai danni di artisti vulnerabili agli inizi di carriera», il direttore d'orchestra James Levine (74 anni) è stato licenziato dal Metropolitan di New York, dal teatro diretto per decenni, numero uno al mondo per budget e visibilità internazionale. A incastrarlo, le deposizioni di quattro vittime di abusi compiuti negli anni Ottanta e gli interrogatori che hanno coinvolto 70 musicisti del Met. Brutto epilogo per il più grande direttore americano dai tempi di Leonard Bernstein.

Così, l'onda Weinstein sta investendo anche il mondo della musica, almeno aldilà dell'Oceano perché come ci ha spiegato il violinista americano Joshua Bell, la percezione e le ripercussioni di certi atti cambia a seconda del continente. E di fatto, le teste saltate finora sono due: quella di Levine e dello svizzero Charles Dutoit, entrambi attivi fra Usa e Canada.

La stella Levine cade rovinosamente e rischia di trascinare con sé quanto ha creato. Fra le sue creature, il Festival di Verbier, una manifestazione fiorita fra le guglie-cime e lussuosi chalet svizzeri, con 25 anni di storia musicale ad alti livelli. Il festival già nel tardo 2017 s'è dissociato dalla figura di Levine, e ha giocato la carta Valery Gergiev. Da quest'anno, è Gergiev il nuovo volto del Festival svizzero che per far dimenticare quello scomodo padre, il prossimo luglio sfodera un'edizione da urlo calamitando il meglio del meglio.

In Europa si va oltre, la memoria è più corta. Ma a New York la partita è apertissima. Prima cosa. Il Metropolitan negli ultimi anni fatica a fare quadrare i conti, a riempire la sua enorme sala, le defezioni di Jonas Kaufmann, il tenore-star garanzia di fare sold out, hanno creato attacchi isterici nella stanza dei bottoni newyorchese. Reazioni spropositate che sono sintomo di nervi scoperti Ora il caso Levine proietta un'ombra su un teatro fiorito in un Paese dove, a prescindere dai vari credi, Calvino docet. La stretta di mani sta già sostituendo l'abbraccio all'europea al momento dei saluti. All'indomani dell'accusa di molestie, il Met tremò. Scosse di magnitudo 5 negli uffici dove si fa di conto. La presidente del Board dei mecenati scrisse una lettera per rassicurare i colleghi benefattori che il Met si dissociava da quel timoniere dannato, Caronte a stelle e strisce.

Il supporto privato all'ente è pari a 148 milioni, e il timore che qualcuno si tiri indietro destinando ad altri i propri dollari è vivo.

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