Controcultura

Futurismo e Targa Florio Due motori per la Sicilia

In mostra a Palermo quadri, oggetti di design e libri d'artista che raccontano l'epopea del '900

Futurismo e Targa Florio Due motori per la Sicilia

Nella sostanza, benché senza alcun merito, l'attività dell'assessorato ai Beni culturali e all'identità siciliana, con l'impegno e i nomi del presidente e dell'assessore, è iniziata con questa mostra, né voluta né pensata, ma particolarmente apprezzata dai due nuovi responsabili che l'hanno visitata con la sorpresa di trovarsi, come promotori, in apertura del colophon.

La mostra «Il ruggito della velocità» può anche essere considerata, per l'impegno e per la sede, l'ouverture di Palermo capitale italiana della cultura 2018. E, nel coinvolgere i vertici della Regione, rende onore alla classe dirigente dell'amministrazione che ha pensato e curato questa mostra: dal direttore generale Maria Elena Volpes al curatore Sergio Alessandro, con Maddalena De Luca, Maria Lucia Ferruzza, Menci Iuppa, Claudia La Piana, Elena Lentini, Rossana Nicoletti, Francesco Piazza, Gabriella Teresi, Alma Virzi. L'allestimento intelligente e rigoroso si deve a Stefano Biondo, con Patrizia Amico e Andrea Fasulo. Il dipartimento regionale dei Beni Culturali nelle sue articolazioni ha voluto, con vasto impegno, ricostruire il periodo notevole della cultura e dell'arte siciliana, intorno alla Targa Florio, negli anni che vanno dal 1906, in piena epoca liberty e nell'imminenza dell'avanguardia futurista che esaltò automobile e velocità, al 1940.

Le opere del movimento futurista sono messe in rapporto con una quantità strepitosa di motociclette, provenienti dall'Associazione Siciliana Veicoli Storici, di automobili, e di alcuni pregevoli pezzi aeronautici, dal Museo Storico dei Motori e dei Meccanismi dell'università di Palermo. Il percorso è accompagnato da testimonianze del design, dell'ingegneria, del cinema, dell'editoria di quegli anni, con il risultato di farci verificare, nei temi della modernità, l'assoluto allineamento di Milano e Palermo.

«Il ruggito della velocità. Miti e modernità della Targa Florio motociclistica», allestita negli spazi del settecentesco Real Albergo dei Poveri, è stata voluta e promossa dal Dipartimento Regionale dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana. Si tratta della prima rimeditazione di una delle stagioni siciliane più felici della modernità. Nella sezione introduttiva, fotografie, oggetti e alcuni dipinti di Vincenzo Florio raccontano vicende della famiglia siciliana e della Targa. Nell'archivio di documenti vi sono preziose testimonianze (lettere, giornali, libri, riviste, fino al Manifesto del Futurismo del 1909) dell'epoca. Introdotta da un documentario del regista Salvo Cuccia sul Futurismo in Sicilia, segue la sala dedicata al primo e al secondo Futurismo con prestiti di importanti collezioni private e pubbliche.

Spicca, fra questi, il Libro imbullonato di Fortunato Depero, tra i primi libri d'artista moderni, incunabolo nella storia del graphic design, pubblicato nel 1927 in pochissime copie: quella esposta appartiene alla Biblioteca Centrale della Regione Siciliana. Alla fine del ricco percorso, una intelligente sezione curata da Helga Marsala compone un armonioso collegamento con le opere di tre artisti contemporanei, nella sofisticata convinzione che la stagione dei Florio abbia lasciato un gene che si riproduce in Elisabetta Benassi, Clayton Burkhart, Francesco De Grandi, presenti con opere di grande interesse.

Una sezione della mostra e un saggio in catalogo di Ettore Sessa illustrano i luoghi dei Florio a Palermo, con documentazioni di edifici conservati e di altri perduti. Particolarmente significative sono le architetture dovute a Vincenzo Basile, suggerendoci la prossima creazione di due musei: uno dedicato ai Florio, uno a Ernesto Basile. La mostra ha due interessanti sezioni sui filmati «Luce» e su Vincenzo Florio, fratello minore di Ignazio junior, pittore, imprenditore e particolarmente attratto dal mondo della moda.

L'occasione è propizia per raccogliere il materiale per un vero e proprio dizionario enciclopedico di Palermo, in una identità perduta ed entrata nel mito.

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