Economia

Cdp sale al 4,26% di Telecom Oggi il ricorso contro i sindaci

I 5 consiglieri nominati dai fondi firmano una nota che attacca il resto del cda: decisione su Elliott è un «mostrum»

Maddalena Camera

Si affilano le quote azionarie, con Cdp che è apparsa ieri nelle comunicazioni Consob con il 4,26% di Telecom. Un pacchetto che, in teoria, potrebbe essere stato acquistato anche ieri: la comunicazione di una quota superiore al 3% deve essere fatta entro quattro giorni. Sta di fatto che Cdp è ora in tempo per depositare le azioni domani, data stabilita per la partecipazione nell'assemblea del 24. E a maggior ragione per la successiva del 4 maggio. Ieri il titolo Telecom è sceso del 2,89%, a 0,85 euro, segnalando forse così la fine degli ordini di acquisito.

Sul fronte delle assemblee la più combattuta sarà, quella del 24, dove è stato messo al primo punto dell'ordine del giorno dal collegio sindacale di Tim la richiesta del fondo Usa Elliott di revoca dei consiglieri in quota Vivendi e nomina di loro sei rappresentanti. Ebbene: la decisione è stata giudicata illegittima dal cda di Tim di lunedì scorso. Un voto a maggioranza visto che i consiglieri in quota Assogestioni non solo hanno votato contro ma si sono anche premurati di scrivere nel verbale di assemblea le loro ragioni. E dunque, da quanto scritto, si evince che Ferruccio Borsani, Lucia Calvosa, Francesca Cornelli, Dario Frigerio e Danilo Vivarelli hanno votato contro quanto deciso dagli altri consiglieri visto che «l'ordinamento prevede l'impugnazione da parte del collegio sindacale delle delibere del cda, ma non conosce l'ipotesi inversa che si presenta come un monstrum non solo sul piano processuale ma anche sul piano sostanziale in ordine al normale articolarsi dei rapporti interorganici». Insomma i membri del board hanno voluto precisare nel dettaglio la loro posizione rendendo così più difficile il ricorso d'urgenza che la stessa Tim, e poi probabilmente anche Vivendi, sta per presentare in tribunale. Sempre a detta dei cinque consiglieri dei fondi, «l'integrazione dell'ordine del giorno dell'assemblea del 24 aprile è rilevante e dovuta anche in presenza delle dimissioni della maggioranza dei consiglieri». I consiglieri hanno condiviso il provvedimento di integrazione adottato dai sindaci. «Anche perchè la delibera del cda del 22 marzo (quella in cui sono state decise le dimissioni dei sette consiglieri in quota Vivendi facendo decadere il consiglio ndr) è stata adottata in violazione del codice civile, e per di più col voto determinante di consiglieri in conflitto di interessi perchè contrari all'integrazione avente ad oggetto la loro revoca». Oggi sarà presentato il ricorso al tribunale di Milano che potrebbe anche essere per via ordinaria e non d'urgenza. Servirà a Tim, controllata da Vivendi con il 23,9%, se quanto fatto dal collegio sindacale, ossia l'integrazione dell'ordine del giorno dell'assemblea del 24 aprile con il ricorso di Elliott, è pertinente oppure, come deliberato a maggioranza dal cda, illegittimo. Se il ricorso fosse fatto d'urgenza il verdetto potrebbe arrivare anche il giorno dell'assemblea.

Se invece fosse fatto in via ordinaria porterebbe a una lunghissima trafila legale che certamente nuocerebbe alla società.

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