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Il test del Friuli: il centrodestra unito in crescita

Il test del Friuli: il centrodestra unito in crescita

Trieste - Mentre a Roma è terminato il secondo giro di consultazioni per formare un governo e per evitare di tornare alle urne, alcune regioni invece si avviano al voto per eleggere i presidenti. Il primo sarà il Molise (22 aprile), poi il Friuli Venezia Giulia (29 aprile) e la Valle D'Aosta (20 maggio). A prescindere dalle realtà politiche locali, queste elezioni sembrano già confermare, anzi rafforzare i risultati delle Politiche. Lega e M5s continuano a crescere nei sondaggi mentre gli altri partiti vedono ridimensionate al ribasso le preferenze degli italiani. La conferma più decisa arriva dal Friuli Venezia Giulia, dove il centrodestra, che ha discusso molto prima di trovare una sintesi e un candidato vincente, dovrebbe superare senza ostacoli il 50 per cento ed eleggere Massimiliano Fedriga, parlamentare e leader regionale della Lega. Gli ultimi sondaggi trovano d'accordo tutti gli istituti. Fedriga otterrebbe fra il 47 e il 51% dei voti, ma la tendenza è in crescita, mentre i suoi avversari sono distanziati di oltre venti punti, con Sergio Bolzonello (candidato dell'alleanza di sinistra a guida Pd) fra il 26 e il 30%, Alessandro Morgera (M5s) tra il 18 e il 22% e infine Sergio Cecotti della lista Patto per l'Autonomia (2-4%).

Una gara in discesa per il leghista, anche se la campagna elettorale, come spesso accade quando ci si avvicina al voto, lascia meno spazio ai programmi e più aria alle polemiche personali. Eppure i problemi concreti non mancano e nei dibattiti politici sono venuti alle luce più volte, come venerdì sera nel confronto fra i candidati, in cui brillava l'assenza di quello del Pd, sostituito dall'ex sindaco di Trieste, Roberto Cosolini. La sanità in primo luogo, che vede il Friuli Venezia Giulial sotto la media delle regioni del Nord per quanto riguarda servizi e liste d'attesa. Molti danno la colpa alla riforma varata dalla Serracchiani nel 2014, anche se il Pd la difende strenuamente. Ma a parte i temi locali, quello che il voto del 29 aprile ripeterà chiaramente è che la geografia politica è cambiata, con la conferma di tripolarismo ma anche con gli equilibri rivoluzionati nel centrodestra. La Lega infatti diventerebbe la forza trainante della coalizione e primo partito della regione con il 30%, Forza Italia si attesterebbe intorno all'8% mentre Fdi sul 4-5%. Sull'altro fronte, i Cinque Stelle conquisterebbero il 22% mentre il Pd si fermerebbe al 20%.

Un risultato, quello del partito dell'ex leader Renzi, ben lontano dalle precedenti elezioni, quando conquistò la regione e il 27% dei voti.

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